L’articolo offre una critica radicale della presunta oggettività degli algoritmi di biometria vocale tramite il lavoro dell’artista e ricercatore Pedro Oliveira, letto attraverso la lente concettuale offerta dalla nozione di opacità, per come definito da Louise Amoore ed Édouard Glissant. Oliveira si concentra sul software di riconoscimento dell’accento/dialetto dell’Ufficio per la Migrazione e i Rifugiati tedesco (BAMF), un algoritmo biometrico per l’identificazione dell’origine dell3 richiedent3 asilo senza documenti, noto per pratiche discriminatorie. Dal lavoro di Oliveira l’opacità emerge come paradigma estetico-politico capace di suggerire nuove prassi per la giustizia algoritmica. Inoltre, l’opacità si configura come episteme di resistenza al “regime di riconoscimento” degli algoritmi biometrici. Attraverso opere come DESMONTE, Oliveira esplora l’opacità dell’ascolto e dei suoi oggetti, proponendo una pratica collettiva, creativa, relazionale e incarnata. Il suo lavoro rappresenta un intervento pionieristico negli studi critici sull’ascolto macchinico (machine listening), sulla biometria vocale e sugli algoritmi, a cui anche questo articolo intende contribuire.
Capelletti, M. (2024). Opacità della voce, opacità degli algoritmi: La pratica di resistenza estetico-politica di Pedro Oliveira. CONNESSIONI REMOTE, 8, 30-50 [10.54103/connessioni/26615].
Opacità della voce, opacità degli algoritmi: La pratica di resistenza estetico-politica di Pedro Oliveira
Mattia Capelletti
2024-01-01
Abstract
L’articolo offre una critica radicale della presunta oggettività degli algoritmi di biometria vocale tramite il lavoro dell’artista e ricercatore Pedro Oliveira, letto attraverso la lente concettuale offerta dalla nozione di opacità, per come definito da Louise Amoore ed Édouard Glissant. Oliveira si concentra sul software di riconoscimento dell’accento/dialetto dell’Ufficio per la Migrazione e i Rifugiati tedesco (BAMF), un algoritmo biometrico per l’identificazione dell’origine dell3 richiedent3 asilo senza documenti, noto per pratiche discriminatorie. Dal lavoro di Oliveira l’opacità emerge come paradigma estetico-politico capace di suggerire nuove prassi per la giustizia algoritmica. Inoltre, l’opacità si configura come episteme di resistenza al “regime di riconoscimento” degli algoritmi biometrici. Attraverso opere come DESMONTE, Oliveira esplora l’opacità dell’ascolto e dei suoi oggetti, proponendo una pratica collettiva, creativa, relazionale e incarnata. Il suo lavoro rappresenta un intervento pionieristico negli studi critici sull’ascolto macchinico (machine listening), sulla biometria vocale e sugli algoritmi, a cui anche questo articolo intende contribuire.| File | Dimensione | Formato | |
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