I rapporti tra le fattispecie di turbativa d’asta ed estorsione in una recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione: le tessere sovrapposte di un mosaico bizantino

This article analyzes a recent ruling by the Joint Divisions of the Court of Cassation, which affirmed the effective (formal) concurrence between the crimes of bid rigging (Article 353 of the Italian Criminal Code) and extortion (Article 629 of the Italian Criminal Code) in cases of particularly aggressive intimidatory conduct toward the victim, who would therefore suffer a loss of opportunity for enrichment. The author objects that this alters the nature of the crime of extortion, whereas the crime of bid rigging is intended precisely to punish the creation of dangerous situations through violence or threats in public tenders. Moreover, if extortion were also considered to exist, the ‘normal framework of life’ would apply, which, according to the criterion of consumption, would mean that only the most serious crime would be applicable.

Si analizza qui una recente sentenza delle Sezioni unite della Cassazione, con la quale si è affermato il concorso effettivo (formale) tra i reati di turbativa d’asta (art. 353 c.p.) ed estorsione (art. 629 c.p.), nei casi di condotta intimidatoria particolarmente incisiva nei confronti della vittima, che avrebbe subìto pertanto una perdita di chance di arricchimento. L’autore obietta che in questo modo viene alterata la natura di reato di danno dell’estorsione, mentre il delitto di turbativa d’asta è previsto proprio per punire la creazione di situazioni di pericolo mediante violenza o minaccia in pubbliche gare. Peraltro, se si ritenesse sussistente anche l’estorsione, ricorrerebbe quel “quadro normale di vita” che, in base al criterio di consunzione, comporterebbe l’applicabilità soltanto del reato più grave.