La città sospesa: riti e reti virtuali

The calendar includes festivals and commemorations (which, by definition, recur every year), marking the rhythm of preparations and realizations—thus preliminary and implementation phases—followed by reflective, analytical, and critical moments, all in view of a new implementation, usually carried out after one year. This cyclical regularity is interrupted during pandemics; in fact, both in the historical case of the “Black Plague in Palermo in 1624” and during the restrictions of the “Coronavirus pandemic of 2020,” territorial transformations led to the emergence of new religious and civic rituals. The calendar cycle of the Festino of Saint Rosalia in Palermo does not follow a fixed pattern of celebrations occurring at twelve-month intervals but is characterized instead by repeated performances taking place only a few weeks apart during the summer season. This temporal rapprochement allows for mid-course adjustments, enabling organizers to recalibrate timing, modes, and content according to current needs, intervening events, and contingent circumstances. From this perspective, official speeches and other ritual proclamations, as well as posters and programs, become at once valuable and illuminating clues and indicators for identifying ongoing dynamics and emerging changes. Today, due to the pandemic caused by the so-called “Coronavirus,” the very religious and civic dynamics that have maintained—and continue to maintain—the balance of the festive cycle dedicated to Saint Rosalia, the city’s patron saint, have undergone transformations that have given rise to new “virtual” rituals. These have not undermined the decentralization of the festivities but have instead led to the creation of “home altars” or private altars (often personalized and shared online), ultimately diffused through social networks. Thus, the outbreak of the Coronavirus pandemic represents a social phenomenon that tangibly affects religious rituals and territorial transformations, rendering the city itself “suspended” in anticipation of the celebrations for its patron saint.

Il calendario annovera feste e ricorrenze (che appunto si ripetono, ogni anno), scadenzando preparativi e realizzazioni, dunque fasi preliminari ed altre attuative, cui seguono momenti riflessivi, analitici e critici, in vista della nuova implementazione, da realizzarsi solitamente a distanza di un anno. Questo non accade durante i periodi di pandemia, infatti, nel caso storico della “peste nera a Palermo avvenuta nel 1624” e nel caso delle restrizioni da “Coronavirus 2020” le modifiche territoriali hanno comportato la nascita di nuovi rituali religiosi e civili. Il ciclo calendariale del festino di Santa Rosalia a Palermo ha un andamento che non rispetta la costante di celebrazioni intervallate di dodici mesi in dodici mesi, ma si caratterizza per performances reiterate a distanza di qualche settimana nella stagione estiva. Tale rapprochement temporale consente interventi in corso d’opera in modo da ricalibrare adeguatamente tempi, modi e contenuti secondo le necessità del momento, gli eventi intercorsi, le contingenze estemporanee. Da questo punto di vista i discorsi ufficiali ed altri pronunciamenti rituali, ma anche i manifesti ed i programmi, divengono allo stesso tempo indizi ed indicatori preziosi ed illuminanti per cogliere dinamiche in corso e cambiamenti in atto. Al giorno d’oggi a causa della pandemia dovuta al c.d. “Coronavirus”, le stesse dinamiche, religiose e civili, che hanno mantenuto e mantengono in equilibrio il ciclo festivo di Santa Rosalia, patrona della città, hanno subito delle trasformazioni tali da creare nuovi rituali “virtuali” e non compromettendo il decentramento dei festeggiamenti con la nascita degli “altari di casa” o altari privati (soprattutto personalizzati e messi in rete) ed infine condivisi sui social networks. L’esplosione della pandemia da Coronavirus rappresenta, così, un fatto sociale che incide in modo tangibile sui riti religiosi e sulle trasformazioni territoriali rendendo così “la città sospesa” nell’attesa dei festeggiamenti della sua santa patrona.