Il presente contributo analizza proverbi e modi di dire che, nel dialetto siciliano, esprimono l’idea dell'impossibilità che un’azione o un evento possa accadere o manifestarsi. I dati, estratti da repertori dialettali pansiciliani e locali, sono sottoposti ad analisi sia sul piano denotativo-connotativo che retorico-stilistico. Per rendere l’idea dell’impossibilità, nella forma del paradosso e dell’iperbole, il siciliano ricorre a immagini e situazioni legate ad un mondo arcaico, a parole che rinviano a referenti scomparsi come crivu nel caso di ammucciari u suli cu u crivu (lett. “nascondere il sole con il setaccio”), o a lessemi desueti per referenti ancora esistenti, come nel detto circari a buffa càssaru càssaru, (lett. “cercare un rospo per la via principale della città”). All’analisi dei repertori, si affiancano le emersioni di un’indagine sul campo di una selezione di forme linguistiche analizzate per rilevare gli usi sincronici e la vitalità odierna dei significati traslati.
La Perna, R., Serradifalco, A. (2025). «Circari a bbuffa càssaru càssaru». Parole possibili per cose impossibili: uno studio tra i proverbi e i modi di dire nel dialetto siciliano. In Ferrara G, Iacona S, Mulone M, Piccolo F, Quasimodo S (a cura di), Parole, cose e simboli. Tra antiche e nuove rappresentazioni del reale (pp. 351-362). Palermo : Palermo University Press.
«Circari a bbuffa càssaru càssaru». Parole possibili per cose impossibili: uno studio tra i proverbi e i modi di dire nel dialetto siciliano
Rosalia La Perna;Antonio Serradifalco
2025-01-01
Abstract
Il presente contributo analizza proverbi e modi di dire che, nel dialetto siciliano, esprimono l’idea dell'impossibilità che un’azione o un evento possa accadere o manifestarsi. I dati, estratti da repertori dialettali pansiciliani e locali, sono sottoposti ad analisi sia sul piano denotativo-connotativo che retorico-stilistico. Per rendere l’idea dell’impossibilità, nella forma del paradosso e dell’iperbole, il siciliano ricorre a immagini e situazioni legate ad un mondo arcaico, a parole che rinviano a referenti scomparsi come crivu nel caso di ammucciari u suli cu u crivu (lett. “nascondere il sole con il setaccio”), o a lessemi desueti per referenti ancora esistenti, come nel detto circari a buffa càssaru càssaru, (lett. “cercare un rospo per la via principale della città”). All’analisi dei repertori, si affiancano le emersioni di un’indagine sul campo di una selezione di forme linguistiche analizzate per rilevare gli usi sincronici e la vitalità odierna dei significati traslati.| File | Dimensione | Formato | |
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La Perna - Serradifalco, Circari a bbuffa càssaru càssaru.pdf
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