L’ordinanza n. 24672/2025 della VI Sezione penale della Cassazione rimette alle Sezioni Unite la tormentata questione dell’applicabilità del controllo giudiziario “volontario” ex art. 34 bis, comma 6, Cod. antimafia, nei casi in cui il Tribunale non ravvisi infiltrazioni mafiose. La vicenda si inserisce in un contrasto interpretativo che rischia di generare effetti paradossali: imprese dichiarate “pulite” potrebbero restare prigioniere dell’interdittiva antimafia, mentre altre, gravemente compromesse, accederebbero a misure di sostegno. Gli autori ripercorrono l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’istituto, richiamando la filosofia della prevenzione “mite” che privilegia la bonifica aziendale rispetto alle misure ablative. Centrale è la riflessione sul concetto di “occasionalità” dell’agevolazione mafiosa e sulla sua capacità di condizionare l’accesso allo strumento. La decisione delle Sezioni Unite, attesa come un momento di chiarificazione sistemica, dovrà bilanciare esigenze di legalità, continuità aziendale e uguaglianza sostanziale, con l’auspicio è che la Corte sappia, ancora una volta, “guardare alla luna e non al dito”.
Merlo, A., Visconti, C. (2025). Il controllo giudiziario alla prova del fuoco. A proposito dell’ordinanza di rimessione alle Sezioni unite sull’art. 34 bis Cod. ant. SISTEMA PENALE, 57-72.
Il controllo giudiziario alla prova del fuoco. A proposito dell’ordinanza di rimessione alle Sezioni unite sull’art. 34 bis Cod. ant.
andrea merlo
;costantino visconti
2025-01-01
Abstract
L’ordinanza n. 24672/2025 della VI Sezione penale della Cassazione rimette alle Sezioni Unite la tormentata questione dell’applicabilità del controllo giudiziario “volontario” ex art. 34 bis, comma 6, Cod. antimafia, nei casi in cui il Tribunale non ravvisi infiltrazioni mafiose. La vicenda si inserisce in un contrasto interpretativo che rischia di generare effetti paradossali: imprese dichiarate “pulite” potrebbero restare prigioniere dell’interdittiva antimafia, mentre altre, gravemente compromesse, accederebbero a misure di sostegno. Gli autori ripercorrono l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’istituto, richiamando la filosofia della prevenzione “mite” che privilegia la bonifica aziendale rispetto alle misure ablative. Centrale è la riflessione sul concetto di “occasionalità” dell’agevolazione mafiosa e sulla sua capacità di condizionare l’accesso allo strumento. La decisione delle Sezioni Unite, attesa come un momento di chiarificazione sistemica, dovrà bilanciare esigenze di legalità, continuità aziendale e uguaglianza sostanziale, con l’auspicio è che la Corte sappia, ancora una volta, “guardare alla luna e non al dito”.| File | Dimensione | Formato | |
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