se l'impalcatura concettuale di Sorvegliare e punire è in parte inadeguata a spiegare i meccanismi interni di organizzazione e funzionamento di questo carcere, cosa rimane del quadro teorico tracciato da Foucault? A San Pedro, il concetto di disciplina e lavoro come propulsori della redenzione del condannato è gravemente compromesso dall'assenza, de facto, di regole rigidamente osservate. Esiste al suo interno una gerarchia per la quale alcuni detenuti ricoprono ruoli di un certo prestigio, come il delegato di sezione per esempio, “democraticamente” eletto dagli stessi internati, o il responsabile della cucina del penitenziario. Questi “capi” sono generalmente considerati figure ambigue, che spiccano più per la capacità di indirizzare le risorse a loro favore e per la “vicinanza” agli organi del potere ufficiale che per la tutela degli interessi e dei diritti dei reclusi. E allora perché i reclusi non si ribellano?

francesca cerbini (2013). Etnografia di un vuoto di potere istituzionale. Cibo e malattia tra violenza simbolica e resistenza nel carcere di San Pedro (La Paz, Bolivia). In F. Dei, C. Di Pasquale (a cura di), Grammatiche della violenza. Esplorazioni etnografiche tra guerra e pace (pp. 93-120). Pisa : Pacini.

Etnografia di un vuoto di potere istituzionale. Cibo e malattia tra violenza simbolica e resistenza nel carcere di San Pedro (La Paz, Bolivia)

francesca cerbini
2013-01-01

Abstract

se l'impalcatura concettuale di Sorvegliare e punire è in parte inadeguata a spiegare i meccanismi interni di organizzazione e funzionamento di questo carcere, cosa rimane del quadro teorico tracciato da Foucault? A San Pedro, il concetto di disciplina e lavoro come propulsori della redenzione del condannato è gravemente compromesso dall'assenza, de facto, di regole rigidamente osservate. Esiste al suo interno una gerarchia per la quale alcuni detenuti ricoprono ruoli di un certo prestigio, come il delegato di sezione per esempio, “democraticamente” eletto dagli stessi internati, o il responsabile della cucina del penitenziario. Questi “capi” sono generalmente considerati figure ambigue, che spiccano più per la capacità di indirizzare le risorse a loro favore e per la “vicinanza” agli organi del potere ufficiale che per la tutela degli interessi e dei diritti dei reclusi. E allora perché i reclusi non si ribellano?
2013
francesca cerbini (2013). Etnografia di un vuoto di potere istituzionale. Cibo e malattia tra violenza simbolica e resistenza nel carcere di San Pedro (La Paz, Bolivia). In F. Dei, C. Di Pasquale (a cura di), Grammatiche della violenza. Esplorazioni etnografiche tra guerra e pace (pp. 93-120). Pisa : Pacini.
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