Il World Atlas of Language Structures Online (WALS) fornisce 160 mappe geografche che mostrano la distribuzione di 192 tratti tipologico-strutturali presenti nelle lingue del mondo, ed è articolato in 144 capitoli scritti da 55 autori diversi. Il WALS è stato pubblicato nel 2005 in forma cartacea dall’Oxford University Press, edito da Martin Haspelmath, Matthew S. Dryer, David Gil e Bernard Comrie. La prima versione online è stata pubblicata nel 2008 dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology. Un database così ampio, arricchito dagli interventi di studiosi autorevoli, ha fornito un contributo fondamentale alla ricerca linguistica del nuovo secolo, soprattutto nell’ambito della linguistica tipologica e della tipologia areale, agevolando lo studio dei ‘tipi’ linguistici e delle correlazioni tra i ‘tipi’ in lingue anche molto distanti nello spazio e non imparentate geneticamente. Lo scopo di questo lavoro è proporre un’analisi critica del WALS sulla base di un’attenta interpretazione dei dati registrati nelle mappe geografiche. Più specificamente, si dimostrerà che l’utilizzo di un atlante digitale, pur semplificando il lavoro di ricerca e di comparazione interlinguistica, può al contempo ‘restringere’ i campi di analisi che si intendono indagare, procedendo secondo un principio di discretizzazione delle informazioni digitalizzate. Alcuni casi interessanti si rintracciano nei capitoli dedicati alla ‘codifica dell’evidenzialità’ (de Haan 2013a; 2013b) e alla codifica della ‘possibilità epistemica’ (van der Auwera & Ammann 2013): il WALS definisce entrambe le categorie linguistiche come ‘categorie verbali’ marcate grammaticalmente, escludendo dalle rappresentazioni cartografiche la registrazione di dati relativi alla codifica lessicale dell’evidenzialità, in specifici contesti pragmatico-discorsivi, e la codifica della certezza e dell’incertezza epistemica. La spiegazione di simili ‘mancanze descrittive’ non deve essere rintracciata nell’imprecisione del corpus elettronico, ma nel meccanismo di registrazione dei dati adottato da un atlante linguistico che operi su scala mondiale: la scelta dei tratti tipologici da digitalizzare, dettata dal tasso di diffusione dei tratti stessi, e le rigide valutazioni statistiche, in grado di rilevare la predominante presenza o l’assoluta assenza dei tratti nelle lingue parlate del mondo, non tengono sempre in considerazione le specificità strutturali delle singole lingue, né la variabilità linguistica in sincronia, né eventuali fenomeni di mutamento linguistico in diacronia.
Laura Conte (2023). Analisi ed interpretazione dei dati in The World Atlas of Language Structures Online. In F. Sunseri, S. Garello, R. Ballaccomo, S. Gennaro, L. Conte, Martiriggiano C, et al. (a cura di), EVOLUZIONE E TECNICA. UNA QUESTIONE APERTA (pp. 173-188). Palermo.
Analisi ed interpretazione dei dati in The World Atlas of Language Structures Online
Laura Conte
2023-01-01
Abstract
Il World Atlas of Language Structures Online (WALS) fornisce 160 mappe geografche che mostrano la distribuzione di 192 tratti tipologico-strutturali presenti nelle lingue del mondo, ed è articolato in 144 capitoli scritti da 55 autori diversi. Il WALS è stato pubblicato nel 2005 in forma cartacea dall’Oxford University Press, edito da Martin Haspelmath, Matthew S. Dryer, David Gil e Bernard Comrie. La prima versione online è stata pubblicata nel 2008 dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology. Un database così ampio, arricchito dagli interventi di studiosi autorevoli, ha fornito un contributo fondamentale alla ricerca linguistica del nuovo secolo, soprattutto nell’ambito della linguistica tipologica e della tipologia areale, agevolando lo studio dei ‘tipi’ linguistici e delle correlazioni tra i ‘tipi’ in lingue anche molto distanti nello spazio e non imparentate geneticamente. Lo scopo di questo lavoro è proporre un’analisi critica del WALS sulla base di un’attenta interpretazione dei dati registrati nelle mappe geografiche. Più specificamente, si dimostrerà che l’utilizzo di un atlante digitale, pur semplificando il lavoro di ricerca e di comparazione interlinguistica, può al contempo ‘restringere’ i campi di analisi che si intendono indagare, procedendo secondo un principio di discretizzazione delle informazioni digitalizzate. Alcuni casi interessanti si rintracciano nei capitoli dedicati alla ‘codifica dell’evidenzialità’ (de Haan 2013a; 2013b) e alla codifica della ‘possibilità epistemica’ (van der Auwera & Ammann 2013): il WALS definisce entrambe le categorie linguistiche come ‘categorie verbali’ marcate grammaticalmente, escludendo dalle rappresentazioni cartografiche la registrazione di dati relativi alla codifica lessicale dell’evidenzialità, in specifici contesti pragmatico-discorsivi, e la codifica della certezza e dell’incertezza epistemica. La spiegazione di simili ‘mancanze descrittive’ non deve essere rintracciata nell’imprecisione del corpus elettronico, ma nel meccanismo di registrazione dei dati adottato da un atlante linguistico che operi su scala mondiale: la scelta dei tratti tipologici da digitalizzare, dettata dal tasso di diffusione dei tratti stessi, e le rigide valutazioni statistiche, in grado di rilevare la predominante presenza o l’assoluta assenza dei tratti nelle lingue parlate del mondo, non tengono sempre in considerazione le specificità strutturali delle singole lingue, né la variabilità linguistica in sincronia, né eventuali fenomeni di mutamento linguistico in diacronia.File | Dimensione | Formato | |
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