La fotografia come mezzo di comunicazione esercita un impatto significativo sulla società. La sua versatilità permette di documentare eventi storici, esprimere emozioni e generare consapevolezza sociale (Gaboardi et al., 2022); peraltro, le scienze sociali mediante metodologie visive si sono evolute grazie al progresso tecnologico (Glesne, 2006). Le tecniche basate sulle immagini risultano particolarmente pertinenti nello studio di eventi quotidiani e la psicologia ha una lunga tradizione nell’utilizzo della fotografia (Subasi et al., 2023), consentendo ai soggetti di rappresentare esperienze e riflessioni altrimenti difficili da comunicare (Migliorini & Rania, 2016). Il metodo del Photovoice, ispirato dalla ricerca-azione, dalla pedagogia degli oppressi di Paulo Freire e dal movimento femminista, introdotto negli ’90 da Caroline Wang e Mary Ann Burris, si è affermato come intervento partecipativo che mira a promuovere collaborazione, partecipazione (Wang & Burris, 1997) e consapevolezza su tematiche spesso trascurate o stigmatizzate (Lorenz & Bush, 2022). Favorisce inoltre l'empowerment individuale e collettivo, consentendo ai partecipanti di esprimere esperienze anche intime ma di affrontarle facendo leva su una consapevolezza collettiva che si intreccia con problematiche radicate nella propria comunità (Mastrilli et al., 2013). Inizialmente rivolto a gruppi marginali, come senza dimora, migranti e pazienti psichiatrici che non riuscivano a portare la loro voce fuori dai contesti più prossimi, il Photovoice si è poi esteso a diverse fasce della società, trovando applicazione in contesti di sviluppo organizzativo, salute pubblica e istruzione. In ambito educativo, il Photovoice va oltre la mera trasmissione di conoscenze, permettendo agli studenti di esplorare, riflettere e comunicare attraverso immagini i loro punti di vista mediante un apprendimento situato che coinvolge sia i diretti partecipanti sia gli stakeholders di un contesto più ampio (Musanti & dos Santos, 2020).

Cinzia Novara, I.M. (2024). Dall'esperienza di Photovoice alla riflessività a doppio filo studenti-docente. In G. Cappuccio, G. Compagno, R. Lombardo, A. Maggio, E. Mignosi (a cura di), Mentoring e Didattica Universitaria (pp. 129-135). Palermo.

Dall'esperienza di Photovoice alla riflessività a doppio filo studenti-docente

Cinzia Novara
;
Iva Marino
;
Gaetano Di Napoli
2024-01-01

Abstract

La fotografia come mezzo di comunicazione esercita un impatto significativo sulla società. La sua versatilità permette di documentare eventi storici, esprimere emozioni e generare consapevolezza sociale (Gaboardi et al., 2022); peraltro, le scienze sociali mediante metodologie visive si sono evolute grazie al progresso tecnologico (Glesne, 2006). Le tecniche basate sulle immagini risultano particolarmente pertinenti nello studio di eventi quotidiani e la psicologia ha una lunga tradizione nell’utilizzo della fotografia (Subasi et al., 2023), consentendo ai soggetti di rappresentare esperienze e riflessioni altrimenti difficili da comunicare (Migliorini & Rania, 2016). Il metodo del Photovoice, ispirato dalla ricerca-azione, dalla pedagogia degli oppressi di Paulo Freire e dal movimento femminista, introdotto negli ’90 da Caroline Wang e Mary Ann Burris, si è affermato come intervento partecipativo che mira a promuovere collaborazione, partecipazione (Wang & Burris, 1997) e consapevolezza su tematiche spesso trascurate o stigmatizzate (Lorenz & Bush, 2022). Favorisce inoltre l'empowerment individuale e collettivo, consentendo ai partecipanti di esprimere esperienze anche intime ma di affrontarle facendo leva su una consapevolezza collettiva che si intreccia con problematiche radicate nella propria comunità (Mastrilli et al., 2013). Inizialmente rivolto a gruppi marginali, come senza dimora, migranti e pazienti psichiatrici che non riuscivano a portare la loro voce fuori dai contesti più prossimi, il Photovoice si è poi esteso a diverse fasce della società, trovando applicazione in contesti di sviluppo organizzativo, salute pubblica e istruzione. In ambito educativo, il Photovoice va oltre la mera trasmissione di conoscenze, permettendo agli studenti di esplorare, riflettere e comunicare attraverso immagini i loro punti di vista mediante un apprendimento situato che coinvolge sia i diretti partecipanti sia gli stakeholders di un contesto più ampio (Musanti & dos Santos, 2020).
2024
Settore PSIC-04/A - Psicologia dinamica
Cinzia Novara, I.M. (2024). Dall'esperienza di Photovoice alla riflessività a doppio filo studenti-docente. In G. Cappuccio, G. Compagno, R. Lombardo, A. Maggio, E. Mignosi (a cura di), Mentoring e Didattica Universitaria (pp. 129-135). Palermo.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Novara, Marino, Di Napoli.pdf

Solo gestori archvio

Tipologia: Versione Editoriale
Dimensione 5.55 MB
Formato Adobe PDF
5.55 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/679043
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact