Nelle metropoli mondiali la perdita dello spazio pubblico è spesso motivata dalla costruzione di infrastrutture viarie che s’incrociano nei luoghi più disparati della città, dando vita a quelli che vengono chiamati spazi residuali: spazi privi di alcun sistema simbolico che risultano insigni canti dal punto di vista identitario (Duhau, 2001; Huet, 2009; Koolhas, 2006). In questo lavoro viene analizzato il caso di uno spazio residuale a Belo Horizonte (Brasile): il Viaduto Santa Tereza - un vuoto urbano, un ritaglio in eccedenza per urbanisti e residenti. L’appropriazione di questi luoghi attraverso azioni culturali (come, nel caso analizzato, la musica hip-hop) rappresenta una possibile forma di rivitalizzazione grazie a cui queste aree non solo recuperano il proprio senso di luogo dell’incontro, ma si trasformano in luoghi simbolici, partecipati, e fruibili dalla comunità. La musica infatti, in quanto «agglomeratore sociale», approssima gruppi sociali distinti e permette il dialogo e il riconoscimento del diritto alla città per mezzo della creazione musicale (Fani, 2007; Lamotte, 2014). Questa fa sì che il cittadino/attore si appropri della città, con la potenzialità di poterla rinnovare/trasformare, generando la possibilità di vivere nuovi (o vecchi) spazi della città che no a quel momento non erano sentiti come sicuri o vivibili: in questo senso, il movimento musicale hip-hop ha agevolato, nelle città di tutto il mondo, un processo di rottura con l’isolamento di «territori dimenticati» (Black, 2014; Dayrell, 2001; Lamotte, 2004)
Di Quarto, F. (2016). Reinventare lo spazio pubblico con la musica. Il caso del Viaduto Santa Tereza a Belo Horizonte. In E. Dell'Agnese, M. Tabusi (a cura di), La musica come geografia: suoni, luoghi, territori (pp. 263-277). Roma : Società Geografica Italiana.
Reinventare lo spazio pubblico con la musica. Il caso del Viaduto Santa Tereza a Belo Horizonte
Di Quarto, Fausto
2016-01-01
Abstract
Nelle metropoli mondiali la perdita dello spazio pubblico è spesso motivata dalla costruzione di infrastrutture viarie che s’incrociano nei luoghi più disparati della città, dando vita a quelli che vengono chiamati spazi residuali: spazi privi di alcun sistema simbolico che risultano insigni canti dal punto di vista identitario (Duhau, 2001; Huet, 2009; Koolhas, 2006). In questo lavoro viene analizzato il caso di uno spazio residuale a Belo Horizonte (Brasile): il Viaduto Santa Tereza - un vuoto urbano, un ritaglio in eccedenza per urbanisti e residenti. L’appropriazione di questi luoghi attraverso azioni culturali (come, nel caso analizzato, la musica hip-hop) rappresenta una possibile forma di rivitalizzazione grazie a cui queste aree non solo recuperano il proprio senso di luogo dell’incontro, ma si trasformano in luoghi simbolici, partecipati, e fruibili dalla comunità. La musica infatti, in quanto «agglomeratore sociale», approssima gruppi sociali distinti e permette il dialogo e il riconoscimento del diritto alla città per mezzo della creazione musicale (Fani, 2007; Lamotte, 2014). Questa fa sì che il cittadino/attore si appropri della città, con la potenzialità di poterla rinnovare/trasformare, generando la possibilità di vivere nuovi (o vecchi) spazi della città che no a quel momento non erano sentiti come sicuri o vivibili: in questo senso, il movimento musicale hip-hop ha agevolato, nelle città di tutto il mondo, un processo di rottura con l’isolamento di «territori dimenticati» (Black, 2014; Dayrell, 2001; Lamotte, 2004)File | Dimensione | Formato | |
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