Nei processi per maltrattamenti e, più in generale, per i reati di violenza di genere, la prova dichiarativa della vittima è centrale nell’accertamento della responsabilità dell’imputato. Diversamente da quanto si verifichi ordinariamente, può accadere che la persona offesa, nelle more della deposizione, poiché legata all’imputato da un rapporto ambivalente o vinta dall’intervento perturbativo di pressioni peculiari, decida di ridimensionare o ritrattare quanto denunciato. Non tutte le influenze cui può essere sottoposta la persona offesa sono però sufficienti a configurare i presupposti applicativi previsti dall’art. 500 c.4 c.p.p., essendo questi confinati ai soli casi di “violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro o di altra utilità”. Dopo aver sottolineato il peso determinante riconosciuto alle ritrattazioni nei processi di violenza domestica ed esaminato i punti più controversi in merito all’applicazione della disciplina generale, l’articolo si propone di passare in rassegna le pressioni e circostanze ritenute sufficienti dalla giurisprudenza ad innescare il meccanismo acquisitivo di cui all’art. 500 c.4 c.p.p. Infine, si darà conto dello strumento che l’ordinamento processuale predispone per prevenire le interferenze illecite sopramenzionate, scongiurando rischi di vittimizzazione secondaria senza sacrificare il contraddittorio nella formazione della prova: l’incidente probatorio esperibile nei casi previsti dall’art. 392 c.1 bis c.p.p.
Edoardo Licata (2025). Un’indagine giurisprudenziale sulla rilevanza delle ritrattazioni nei processi per violenza domestica. SISTEMA PENALE(2), 5-21.
Un’indagine giurisprudenziale sulla rilevanza delle ritrattazioni nei processi per violenza domestica
Edoardo Licata
2025-02-24
Abstract
Nei processi per maltrattamenti e, più in generale, per i reati di violenza di genere, la prova dichiarativa della vittima è centrale nell’accertamento della responsabilità dell’imputato. Diversamente da quanto si verifichi ordinariamente, può accadere che la persona offesa, nelle more della deposizione, poiché legata all’imputato da un rapporto ambivalente o vinta dall’intervento perturbativo di pressioni peculiari, decida di ridimensionare o ritrattare quanto denunciato. Non tutte le influenze cui può essere sottoposta la persona offesa sono però sufficienti a configurare i presupposti applicativi previsti dall’art. 500 c.4 c.p.p., essendo questi confinati ai soli casi di “violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro o di altra utilità”. Dopo aver sottolineato il peso determinante riconosciuto alle ritrattazioni nei processi di violenza domestica ed esaminato i punti più controversi in merito all’applicazione della disciplina generale, l’articolo si propone di passare in rassegna le pressioni e circostanze ritenute sufficienti dalla giurisprudenza ad innescare il meccanismo acquisitivo di cui all’art. 500 c.4 c.p.p. Infine, si darà conto dello strumento che l’ordinamento processuale predispone per prevenire le interferenze illecite sopramenzionate, scongiurando rischi di vittimizzazione secondaria senza sacrificare il contraddittorio nella formazione della prova: l’incidente probatorio esperibile nei casi previsti dall’art. 392 c.1 bis c.p.p.File | Dimensione | Formato | |
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