L’articolo è stato concepito con un doppio taglio, letterario e ad un tempo musicologico, nella misura in cui si parte dalle incursioni musicali di Pirandello per arrivare ad un’analisi dell’opera in musica di Michele Lizzi (1915-1972), La Sagra del Signore della Nave, rappresentata in prima assoluta al Teatro Massimo di Palermo nel 1971. Lizzi, da ‘poeta-librettista’, oltre che musicista, osa accostarsi alla coraggiosa impresa di tradurre in musica gli archetipi mentali dei paradossi pirandelliani in una forma sperimentale di Teatro in Musica basato su un intreccio di stili multiformi ruotanti attorno ad un impianto neoclassico. Il compositore agrigentino, in virtù di questa sicilianità ‘akragantina’,poteva esprimere musicalmente quel sistema paradossale che rimane irrisolto nei suoi contrasti dialettici. Si realizza un percorso di analisi su più livelli, fino al confronto tra il testo dell’atto unico di Pirandello e il libretto di Michele Lizzi, fedelmente mutuato dal suo conterraneo e adattato alla forma musicale dell’opera lirica. Emerge una duplice, equivoca e paradossale sovrapposizione di temi contrastanti, nell’intersecarsi di diversi piani sonori in un’opera che si muove su un livello di prospettiva ‘psicologico-musicale’ molto suggestiva e senz’altro innovativa.
Rita Capodicasa (2021). La Sagra del Signore della nave da Luigi Pirandello a Michele Lizzi. PIRANDELLIANA, 97-110.
La Sagra del Signore della nave da Luigi Pirandello a Michele Lizzi
Rita Capodicasa
2021-01-01
Abstract
L’articolo è stato concepito con un doppio taglio, letterario e ad un tempo musicologico, nella misura in cui si parte dalle incursioni musicali di Pirandello per arrivare ad un’analisi dell’opera in musica di Michele Lizzi (1915-1972), La Sagra del Signore della Nave, rappresentata in prima assoluta al Teatro Massimo di Palermo nel 1971. Lizzi, da ‘poeta-librettista’, oltre che musicista, osa accostarsi alla coraggiosa impresa di tradurre in musica gli archetipi mentali dei paradossi pirandelliani in una forma sperimentale di Teatro in Musica basato su un intreccio di stili multiformi ruotanti attorno ad un impianto neoclassico. Il compositore agrigentino, in virtù di questa sicilianità ‘akragantina’,poteva esprimere musicalmente quel sistema paradossale che rimane irrisolto nei suoi contrasti dialettici. Si realizza un percorso di analisi su più livelli, fino al confronto tra il testo dell’atto unico di Pirandello e il libretto di Michele Lizzi, fedelmente mutuato dal suo conterraneo e adattato alla forma musicale dell’opera lirica. Emerge una duplice, equivoca e paradossale sovrapposizione di temi contrastanti, nell’intersecarsi di diversi piani sonori in un’opera che si muove su un livello di prospettiva ‘psicologico-musicale’ molto suggestiva e senz’altro innovativa.File | Dimensione | Formato | |
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