L’istituzione totale carcere è lo spazio monosessuale per antonomasia. Configurandosi come luogo di reclusione e, dunque, di coabitazione coatta, il campo del penitenziario – maschile – conduce i suoi abitanti a riorganizzare le proprie esistenze in funzione delle norme interne, sia istituzionali che negoziate dagli stessi detenuti. L'autore intende concentrarsi su come all’interno del carcere si ricostruiscano le maschilità dei soggetti reclusi, i quali, nonostante un’assenza di regolamentazione e di pronunce legislative, vedono le proprie sfere dell’affettività, della emotività e della (etero)sessualità ridimensionate o del tutto inibite. Con l’ausilio di letteratura d’oltreoceano, si osserverà come si costituiscano nuove organizzazioni sociosessuali sulla falsariga dell’esperienza eterosessuale, a dimostrazione che la dimensione sessuale persista assumendo connotati inediti ma coerenti con l’impalcatura eteronormativa che promuove da un lato un ruolo maschile cristallizzato nella sua esperienza penetrativa e dall’altra un ruolo femminile sintetizzato nel suo essere ricettivo, escludendo, spesso, la necessaria dimensione di consensualità. Procedendo dai Prison studies statunitensi, passando dunque ad acquisizioni canadesi, sudafricane ed europee, si osserverà infine lo stato dell’arte italiano relativo alla relazione tra prigionizzazione, risocializzazione e riorganizzazione sociosessuale, affettiva ed emotiva della vita inframuraria.
Riccardo Caldarera (2022). Privazione e ricostruzione sociale nel campo del penitenziario maschile. In G. Gerbino (a cura di), Marginalità, esclusione sociale e politiche di intervento. Studi e ricerche dei laboratori dei corsi di studio in servizio sociale (pp. 123-145). Palermo University Press.
Privazione e ricostruzione sociale nel campo del penitenziario maschile
Riccardo Caldarera
2022-01-01
Abstract
L’istituzione totale carcere è lo spazio monosessuale per antonomasia. Configurandosi come luogo di reclusione e, dunque, di coabitazione coatta, il campo del penitenziario – maschile – conduce i suoi abitanti a riorganizzare le proprie esistenze in funzione delle norme interne, sia istituzionali che negoziate dagli stessi detenuti. L'autore intende concentrarsi su come all’interno del carcere si ricostruiscano le maschilità dei soggetti reclusi, i quali, nonostante un’assenza di regolamentazione e di pronunce legislative, vedono le proprie sfere dell’affettività, della emotività e della (etero)sessualità ridimensionate o del tutto inibite. Con l’ausilio di letteratura d’oltreoceano, si osserverà come si costituiscano nuove organizzazioni sociosessuali sulla falsariga dell’esperienza eterosessuale, a dimostrazione che la dimensione sessuale persista assumendo connotati inediti ma coerenti con l’impalcatura eteronormativa che promuove da un lato un ruolo maschile cristallizzato nella sua esperienza penetrativa e dall’altra un ruolo femminile sintetizzato nel suo essere ricettivo, escludendo, spesso, la necessaria dimensione di consensualità. Procedendo dai Prison studies statunitensi, passando dunque ad acquisizioni canadesi, sudafricane ed europee, si osserverà infine lo stato dell’arte italiano relativo alla relazione tra prigionizzazione, risocializzazione e riorganizzazione sociosessuale, affettiva ed emotiva della vita inframuraria.File | Dimensione | Formato | |
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