Ad oltre un anno e mezzo dall’inizio, il 24 febbraio 2022, dell’aggressione armata perpetrata dalla Federazione russa ai danni dell’Ucraina, un numero senza precedenti di tribunali internazionali si è visto, in tempi assolutamente fuori dall’ordinario, investito della questione. La prima pronuncia si è avuta il 16 marzo 2022, quando la Corte internazionale di giustizia ha accolto l’istanza di misure provvisorie presentata dall’Ucraina nell’ambito del giudizio instaurato contro la Russia, sulla base della clausola compromissoria della Convenzione per la repressione e la prevenzione del crimine di genocidio. Con un’ordinanza che ha catalizzato al contempo forte soddisfazione e pesanti critiche, la Corte ha ordinato alla Russia di sospendere immediatamente l’operazione militare. Il presente contributo, dopo aver chiarito l’interpretazione particolarmente “creativa” a fondamento della decisione, tenta di far emergere la concezione del ruolo del giudice internazionale che sembra sottendere alla stessa. Nel mostrare come tale approccio abbia successivamente incontrato il consenso e il supporto della comunità degli Stati (quanto meno, del blocco occidentale), che nel frattempo si sono rivolti ad altre giurisdizioni internazionali nell’ambito delle rispettive sfere di competenza, ci si chiederà se il conflitto armato in corso, pur avendo stravolto gli equilibri della Comunità internazionale, abbia catalizzato una rinnovata fiducia degli Stati nei confronti della giustizia internazionale, che invece viene considerata da tempo in una fase di lento declino.
Acconciamessa, L. (2023). Il conflitto armato in Ucraina come catalizzatore di una rinnovata fiducia nei tribunali internazionali? Riflessioni a partire dalle misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia. QUADERNI DI SIDIBLOG, 9, 19-48.
Il conflitto armato in Ucraina come catalizzatore di una rinnovata fiducia nei tribunali internazionali? Riflessioni a partire dalle misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia
Acconciamessa, Lorenzo
2023-01-01
Abstract
Ad oltre un anno e mezzo dall’inizio, il 24 febbraio 2022, dell’aggressione armata perpetrata dalla Federazione russa ai danni dell’Ucraina, un numero senza precedenti di tribunali internazionali si è visto, in tempi assolutamente fuori dall’ordinario, investito della questione. La prima pronuncia si è avuta il 16 marzo 2022, quando la Corte internazionale di giustizia ha accolto l’istanza di misure provvisorie presentata dall’Ucraina nell’ambito del giudizio instaurato contro la Russia, sulla base della clausola compromissoria della Convenzione per la repressione e la prevenzione del crimine di genocidio. Con un’ordinanza che ha catalizzato al contempo forte soddisfazione e pesanti critiche, la Corte ha ordinato alla Russia di sospendere immediatamente l’operazione militare. Il presente contributo, dopo aver chiarito l’interpretazione particolarmente “creativa” a fondamento della decisione, tenta di far emergere la concezione del ruolo del giudice internazionale che sembra sottendere alla stessa. Nel mostrare come tale approccio abbia successivamente incontrato il consenso e il supporto della comunità degli Stati (quanto meno, del blocco occidentale), che nel frattempo si sono rivolti ad altre giurisdizioni internazionali nell’ambito delle rispettive sfere di competenza, ci si chiederà se il conflitto armato in corso, pur avendo stravolto gli equilibri della Comunità internazionale, abbia catalizzato una rinnovata fiducia degli Stati nei confronti della giustizia internazionale, che invece viene considerata da tempo in una fase di lento declino.File | Dimensione | Formato | |
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