Il ritorno della priorità urbana al centro dell’agenda europea costituisce l'occasione per ridefinire i profili di competitività, di sostenibilità e di coesione delle nazioni travolte dallo tsunami della crisi. Il fallimento dei protocolli finanziari dello sviluppo sollecita la necessità di “re-immaginare il capitalismo” non solo verso una dimensione più democratica che muti priorità, regole e valori, ma soprattutto verso una maggiore "territorializzazione", verso un ritorno a politiche di sviluppo fondate sui capitali territoriali, prime fra tutti le città. La popolazione mondiale, infatti, ha progressivamente modificato le sue scelte insediative, diventando sempre più urbana: siamo entrati nella Urban Age caratterizzata da città come centri pulsanti di un sistema globale, nodi di un’armatura di comunità che si riconosce sempre più nel vivere, nel fare e nell’appartenere urbano. La prevalenza insediativa della città ne aumenta la responsabilità, assegnandole sempre più il ruolo di growth machine, motore dell’evoluzione e del dinamismo delle comunità, innovatrice di stili di vita.
Carta, M. (2012). Reload: riattivare il capitale territoriale per re-immaginare lo sviluppo. In F.G. A. Bertagna (a cura di), L'architettura degli spazi del lavoro. Nuovi compiti e nuovi luoghi del progetto (pp. 78-87). Macerata : Quodlibet.
Reload: riattivare il capitale territoriale per re-immaginare lo sviluppo
CARTA, Maurizio
2012-01-01
Abstract
Il ritorno della priorità urbana al centro dell’agenda europea costituisce l'occasione per ridefinire i profili di competitività, di sostenibilità e di coesione delle nazioni travolte dallo tsunami della crisi. Il fallimento dei protocolli finanziari dello sviluppo sollecita la necessità di “re-immaginare il capitalismo” non solo verso una dimensione più democratica che muti priorità, regole e valori, ma soprattutto verso una maggiore "territorializzazione", verso un ritorno a politiche di sviluppo fondate sui capitali territoriali, prime fra tutti le città. La popolazione mondiale, infatti, ha progressivamente modificato le sue scelte insediative, diventando sempre più urbana: siamo entrati nella Urban Age caratterizzata da città come centri pulsanti di un sistema globale, nodi di un’armatura di comunità che si riconosce sempre più nel vivere, nel fare e nell’appartenere urbano. La prevalenza insediativa della città ne aumenta la responsabilità, assegnandole sempre più il ruolo di growth machine, motore dell’evoluzione e del dinamismo delle comunità, innovatrice di stili di vita.File | Dimensione | Formato | |
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