«Qualcosa mai definito al femminile». Lotte, esperienze e pratiche femminili nella deistituzionalizzazione italiana

Focusing on the experiences of Naples and Palermo, two cities where psychiatric deinstitutionalisation was particularly resisted, the article reflects on the reception of the impulses and themes of radical psychiatry and feminism, and on the experiences and practices of deinstitutionalisation elaborated and implemented for women by women involved in anti-establishment struggles, highlighting the critical relationship with the reflections on 'woman and madness' opened up by the feminist movement. The militant women workers - some of whom entered the OP in the early 1970s, often from different cultural backgrounds - were able to re-elaborate their language and demands in the context of the 'destruction of the asylum' and then the reorganisation of mental health services. Thus, without ever denying the reality of mental suffering, the turning point of deinstitutionalisation led to greater attention to women's suffering and health and to new proposals: from the idea of identifying counselling centres as places of support and confrontation, to the projects of mental health services for women entrusted to women after "Law 180".

Focalizzandosi sull’esperienza di Napoli e Palermo, due città in cui la deistituzionalizzazione psichiatrica fu particolarmente contrastata, il contributo riflette sulla ricezione di stimoli e temi della psichiatria radicale e del femminismo, e su esperienze e pratiche di deistituzionalizzazione elaborate e attuate per le donne dalle donne coinvolte nelle lotte antistituzionali, mettendone in luce il rapporto critico con le riflessioni su “donna e follia” aperte dal movimento femminista. Le operatrici militanti – alcune entrate in OP nei primi anni Settanta, spesso con retroterra culturali differenti – ne seppero infatti rielaborare linguaggi e istanze nel contesto della “distruzione del manicomio” e, poi, della riorganizzazione dei servizi di salute mentale. Così, pur senza mai negare la realtà della sofferenza mentale, la svolta della deistituzionalizzazione determinò maggiore attenzione alla sofferenza e alla salute femminili, e nuove proposte: dall’idea di individuare nei consultori dei luoghi di assistenza e confronto, ai progetti, dopo la Legge 180, di servizi di salute mentale per le donne affidati a donne.