Il fuoco è uno dei principali fattori ecologici che ha contribuito all’attuale distribuzione, composizione e struttura della vegetazione forestale nel bacino del Mediterraneo. Tuttavia, la frequenza e l’intensità degli incendi foresali attuali sono notevolmente aumentate e di conseguenza sono a rischio la stabilità e la conservazione degli ecosistemi, la loro capacità di resilienza al cambiamento climatico e l’erogazione di servizi ecosistemici per la collettività. I danni del passaggio del fuoco sulla vegetazione forestale dipendono da molti fattori; tra i più importanti la tipologia e la quantità di combustibile disponibile che, insieme alle variabili climatiche e morfologiche del territorio, determinano l’intensità dell’incendio e la sua velocità di avanzamento e di conseguenza l’entità dei danni sulla componente epigea ed ipogea di un ecosistema forestale. Queste variabili assumono una grande rilevanza sulla capacità di resilienza dell’ecosistema e devono quindi essere valutate attentamente per la definizione degli interventi di ripristino post incendio. Tale approccio è stato applicato nel caso studio condotto nella riserva naturale orientata ”Monte Pellegrino”, dove nel 2016 un incendio di vaste proporzioni ha percorso una superficie di circa 495 ha, pari al 60% della zona A della riserva. La vegetazione forestale interessata dall’incendio era costituita principalmente da rimboschimenti di conifere mediterranee (pino d’Aleppo, pino domestico e cipressi) ed eucalitti. L’obiettivo di questo lavoro è descrivere il processo metodologico applicato al caso studio condotto nella riserva naturale "Monte Pellegrino" che ha permesso, a partire dalla valutazione dei danni alla vegetazine foresale causati dall’incendio, di procedere con la pianificazione, progettazione, realizzazione e monitoraggio degli interventi post incendio per il ripristino ecologico dell’area forestale. L’attività di pianificazione è stata condotta su tutta la zona A della riserva, mentre gli interventi sono stati progettati e realizzati su una parte della superficie percorsa dal fuoco. Gli interventi realizzati hanno pre - visto la rimozione di gran parte del legno morto, mentre una quota di questo è stata rilasciata con l’obiettivo di favorire e aumentare la presenza di specie saproxiliche; il diradamento dei soprassuoli non o poco interessati dall’incendio, la piantagione di circa 130000 piante arboree ed arbustive di specie autoctone tipiche della macchia-foresta termo-xerofila mediterranea (leccio, frassino orniello, olivastro, terebinto, alaterno e lentisco). Altri interventi hanno permesso di ripristinare e mettere in sicurezza la viabilità, inclusa la rete sentieristica. Il caso studio di Monte Pellegrino costituisce un esempio concreto di come si dovrebbe provvedere per ripristinare la vegetazione forestale dopo un incendio in aree caratterizzate dalla cronica mancanza di pianificazione e di gestione attiva indirizzata anche alla prevenzione degli incendi boschivi.

Donato Salvatore La Mela Veca, Andrea Laschi, Emilio Badalamenti, Manlio Amato, Giuseppe Belmonte, Giorgio Clesceri, et al. (2024). Ripristino ecologico dei rimboschimenti percorsi dal fuoco in ambiente Mediterraneo: il caso studio di Monte Pellegrino (Sicilia, PA). In Lingua E, Bolzon P, Marangon D, Baggio T, Bucci G (a cura di), Foreste per il futuro: nuove sfide per la gestione multifunzionale e la ricerca. XIV Congresso Nazionale SISEF, Padova 9-12 settembre 2024. Abstract Book - Posters (pp. 59-59). SISEF.

Ripristino ecologico dei rimboschimenti percorsi dal fuoco in ambiente Mediterraneo: il caso studio di Monte Pellegrino (Sicilia, PA)

Donato Salvatore La Mela Veca
Primo
;
Andrea Laschi;Emilio Badalamenti;Manlio Amato;Giorgio Clesceri;Paolo Contrino;Dario Gioia;Antonino Lucchese;Giovanni Oliveri;Francesco Zanna;
2024-09-01

Abstract

Il fuoco è uno dei principali fattori ecologici che ha contribuito all’attuale distribuzione, composizione e struttura della vegetazione forestale nel bacino del Mediterraneo. Tuttavia, la frequenza e l’intensità degli incendi foresali attuali sono notevolmente aumentate e di conseguenza sono a rischio la stabilità e la conservazione degli ecosistemi, la loro capacità di resilienza al cambiamento climatico e l’erogazione di servizi ecosistemici per la collettività. I danni del passaggio del fuoco sulla vegetazione forestale dipendono da molti fattori; tra i più importanti la tipologia e la quantità di combustibile disponibile che, insieme alle variabili climatiche e morfologiche del territorio, determinano l’intensità dell’incendio e la sua velocità di avanzamento e di conseguenza l’entità dei danni sulla componente epigea ed ipogea di un ecosistema forestale. Queste variabili assumono una grande rilevanza sulla capacità di resilienza dell’ecosistema e devono quindi essere valutate attentamente per la definizione degli interventi di ripristino post incendio. Tale approccio è stato applicato nel caso studio condotto nella riserva naturale orientata ”Monte Pellegrino”, dove nel 2016 un incendio di vaste proporzioni ha percorso una superficie di circa 495 ha, pari al 60% della zona A della riserva. La vegetazione forestale interessata dall’incendio era costituita principalmente da rimboschimenti di conifere mediterranee (pino d’Aleppo, pino domestico e cipressi) ed eucalitti. L’obiettivo di questo lavoro è descrivere il processo metodologico applicato al caso studio condotto nella riserva naturale "Monte Pellegrino" che ha permesso, a partire dalla valutazione dei danni alla vegetazine foresale causati dall’incendio, di procedere con la pianificazione, progettazione, realizzazione e monitoraggio degli interventi post incendio per il ripristino ecologico dell’area forestale. L’attività di pianificazione è stata condotta su tutta la zona A della riserva, mentre gli interventi sono stati progettati e realizzati su una parte della superficie percorsa dal fuoco. Gli interventi realizzati hanno pre - visto la rimozione di gran parte del legno morto, mentre una quota di questo è stata rilasciata con l’obiettivo di favorire e aumentare la presenza di specie saproxiliche; il diradamento dei soprassuoli non o poco interessati dall’incendio, la piantagione di circa 130000 piante arboree ed arbustive di specie autoctone tipiche della macchia-foresta termo-xerofila mediterranea (leccio, frassino orniello, olivastro, terebinto, alaterno e lentisco). Altri interventi hanno permesso di ripristinare e mettere in sicurezza la viabilità, inclusa la rete sentieristica. Il caso studio di Monte Pellegrino costituisce un esempio concreto di come si dovrebbe provvedere per ripristinare la vegetazione forestale dopo un incendio in aree caratterizzate dalla cronica mancanza di pianificazione e di gestione attiva indirizzata anche alla prevenzione degli incendi boschivi.
set-2024
Donato Salvatore La Mela Veca, Andrea Laschi, Emilio Badalamenti, Manlio Amato, Giuseppe Belmonte, Giorgio Clesceri, et al. (2024). Ripristino ecologico dei rimboschimenti percorsi dal fuoco in ambiente Mediterraneo: il caso studio di Monte Pellegrino (Sicilia, PA). In Lingua E, Bolzon P, Marangon D, Baggio T, Bucci G (a cura di), Foreste per il futuro: nuove sfide per la gestione multifunzionale e la ricerca. XIV Congresso Nazionale SISEF, Padova 9-12 settembre 2024. Abstract Book - Posters (pp. 59-59). SISEF.
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