All’ombra della sostenibilità : il Grand Paris Express nell’era della transizione ecologica

Focusing on the case of the Grand Paris Express (GPE), the article aims to question the gap that opens up between the criticism of the infrastructure inherited from the last century and the conditions that are feasible today to still conceive and realise such huge interventions. In the framework of the ecological transition, whose new principles strictly advocates more sustainable infrastructural, economic and environmental model, how can be renewed the design approach to mobilities on a very large scale? How can we assess large projects that are carried out today, but that revolve around tenets and horizons of an outdated and explicitly rejected era? The objective of the GPE is to allow the interrelated, multimodal and multipolar mobility, of a great metropolis that is now thought of as a conurbation of 12 million inhabitants, connecting opposing Parisian peri-urbanities, without having to pass through the capital. The reference to the project as a whole, from its territorial thinking to the layout and the role of the stations, will make it possible to recall the long trajectory of an approach matured in the late 1960s and realised today, while around and, in part, within it, everything has changed.

Attraverso alcune riflessioni sul caso del Grand Paris Express (GPE), l’articolo intende mettere a fuoco l’intervallo che si apre fra le critiche all’infrastruttura ereditata dal secolo scorso e le condizioni oggi praticabili per concepire e realizzare ancora tali interventi. Sullo sfondo dei nuovi principi della transizione ecologica, che si discutono in apertura nelle loro relazioni al rinnovamento nella concezione delle mobilità, apparentemente così stringente nelle intenzioni e nei valori, il cui campo semantico è sempre più articolato, come valutare grandi progetti che si compiono oggi ma che si fondano su operazioni, sensibilità e obiettivi di un’epoca superata ed esplicitamente ricusati? L’obiettivo del GPE è consentire la mobilità, interrelata, multimodale e multipolare, di una grande metropoli che si pensa ormai come conurbazione di 12 milioni di abitanti, connettendo periurbani parigini opposti, senza più dover passare attraverso la capitale. Il riferimento al progetto nel suo complesso, dal pensiero territoriale al tracciato e al ruolo delle stazioni, permetterà di rievocare la lunga traiettoria di un approccio maturato negli anni Sessanta e realizzato oggi, mentre intorno e, in parte, al suo interno, tutto è cambiato.