Il contributo prende in esame alcuni episodi di committenza artistica a Palermo da parte di associazionismo devozionale di stampo laicale: confraternite e compagnie. Si vuole dimostrare come le significative opere d’arte prodotte, soprattutto in epoca tardo medievale, fossero frutto di competizione tra le associazioni, ricostruendo il sistema di relazioni tra le prime tre confraternite nobiliari di Palermo, la cui rilevanza oggi è stata del tutto dimenticata. Spostandosi in epoca moderna l’intervento si sofferma sulla chiesetta della Pinta, proponendo l’ipotesi che il maggior incarico di Giacomo Serpotta all’inizio della sua attività, la decorazione dell’oratorio della Carità di Palermo (dal 1679), derivasse dai legami tra quella confraternita e la seconda compagnia aristocratica della città. Si conclude soffermandosi sul ruolo guida delle compagnie palermitane, a partire da quelle di prevalente composizione nobiliare, per l’aggiornamento stilistico e di gusto degli oratori alla fine del Settecento, in corrispondenza al rinnovamento decorativo delle magioni familiari, e sulle associazioni laicali quali strumento di ascesa sociale per la piccola nobiltà desiderosa di affermazione.
Palazzotto, P. (2024). Su alcuni episodi di committenza artistica delle confraternite nobiliari di Palermo. In Commissione araldico-genealogica siciliana (a cura di), I patrimoni aristocratici tra eredità materiali e immateriali (pp. 133-152). Palermo : 40due Edizioni.
Su alcuni episodi di committenza artistica delle confraternite nobiliari di Palermo
Palazzotto, P
2024-10-01
Abstract
Il contributo prende in esame alcuni episodi di committenza artistica a Palermo da parte di associazionismo devozionale di stampo laicale: confraternite e compagnie. Si vuole dimostrare come le significative opere d’arte prodotte, soprattutto in epoca tardo medievale, fossero frutto di competizione tra le associazioni, ricostruendo il sistema di relazioni tra le prime tre confraternite nobiliari di Palermo, la cui rilevanza oggi è stata del tutto dimenticata. Spostandosi in epoca moderna l’intervento si sofferma sulla chiesetta della Pinta, proponendo l’ipotesi che il maggior incarico di Giacomo Serpotta all’inizio della sua attività, la decorazione dell’oratorio della Carità di Palermo (dal 1679), derivasse dai legami tra quella confraternita e la seconda compagnia aristocratica della città. Si conclude soffermandosi sul ruolo guida delle compagnie palermitane, a partire da quelle di prevalente composizione nobiliare, per l’aggiornamento stilistico e di gusto degli oratori alla fine del Settecento, in corrispondenza al rinnovamento decorativo delle magioni familiari, e sulle associazioni laicali quali strumento di ascesa sociale per la piccola nobiltà desiderosa di affermazione.File | Dimensione | Formato | |
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