Come si organizza il senso? Sulla scorta di alcuni studi importanti di Greimas e Barthes, avanzo l’ipotesi che il senso si organizza in base all’articolazione della categoria continuo/discontinuo. Metto alla prova questa ipotesi su una novella di Joyce, Eveline, che fa parte dei Dublinesi. Diversamente dalle opere più avanguardistiche di Joyce, quali l’Ulisse e Dedalus, le novelle raccolte nei Dublinesi – ivi compreso Eveline –sembrerebbero essere dei testi più classici. In contrasto con questa ipotesi più diffusa, mostro invece tutta la complessità del piano del contenuto di Eveline analizzando le componenti aspettuali relative allo spazio, al tempo e ai personaggi. Sulla stessa falsariga, prendo inoltre in conto il dispositivo della finestra – presente in Eveline, all’inizio della novella – non soltanto come operatore dello sguardo, ma anche come effetto di temporalità ritmicamente disposta sul piano del contenuto. L’analisi della novella è inoltre l’occasione per comparare alcune nozioni culturalmente orientate – quali epifania, paralisi, presa estetica, effetto patetico, soglia – discusse da Greimas, Ejzenstein, Lotman, Zilberberg.
Stefano Montes (2023). Le continu et le discontinu comme organisation de sens. À partir d’Eveline de Joyce. DIALOGHI MEDITERRANEI, 63, 1-16.
Le continu et le discontinu comme organisation de sens. À partir d’Eveline de Joyce
Stefano Montes
2023-09-01
Abstract
Come si organizza il senso? Sulla scorta di alcuni studi importanti di Greimas e Barthes, avanzo l’ipotesi che il senso si organizza in base all’articolazione della categoria continuo/discontinuo. Metto alla prova questa ipotesi su una novella di Joyce, Eveline, che fa parte dei Dublinesi. Diversamente dalle opere più avanguardistiche di Joyce, quali l’Ulisse e Dedalus, le novelle raccolte nei Dublinesi – ivi compreso Eveline –sembrerebbero essere dei testi più classici. In contrasto con questa ipotesi più diffusa, mostro invece tutta la complessità del piano del contenuto di Eveline analizzando le componenti aspettuali relative allo spazio, al tempo e ai personaggi. Sulla stessa falsariga, prendo inoltre in conto il dispositivo della finestra – presente in Eveline, all’inizio della novella – non soltanto come operatore dello sguardo, ma anche come effetto di temporalità ritmicamente disposta sul piano del contenuto. L’analisi della novella è inoltre l’occasione per comparare alcune nozioni culturalmente orientate – quali epifania, paralisi, presa estetica, effetto patetico, soglia – discusse da Greimas, Ejzenstein, Lotman, Zilberberg.File | Dimensione | Formato | |
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