Negli ultimi dieci anni si è progressivamente intensificata la ricerca nell’ambito delle cosiddette legal geographies, un campo di studi all’intersezione fra Geografia e Diritto che indaga criticamente i rapporti di mutua produzione che intercorrono fra dimensione spaziale e dimensione giuridica, vale a dire i modi in cui leggi, norme e regolamenti da una parte interferiscono con la produzione degli spazi e dall’altra sono il prodotto di contesti spaziali peculiari (Delaney, 2015; Monateri, 2013). Fra gli innumerevoli itinerari di ricerca che le legal geographies aprono sembra che, nonostante le marcate affinità di approcci e questioni (Jones e Smith 2015; Delaney, 2017), l’intersezione fra geografia politica e diritto internazionale sia attualmente poco esplorata nel dibattito nazionale e internazionale. In particolare, i cambiamenti climatici globali rappresentano un terreno privilegiato su cui costruire questo dialogo fra le due discipline, come dimostra, per esempio, il recente dibattito nell’ambito delle geografie legali australiane (O’Donnell 2016; O’Donnell et al. 2019). A partire dall’esperienza di un progetto di ricerca interdisciplinare che coinvolge cinque studiosi di Geografia e Diritto internazionale (GEOLAW – Critical Legal GEOgraphy, International LAW and Climate Change), questo intervento si propone di aprire una discussione sulle geografie legali dei cambiamenti climatici e, nel contempo, di riflettere criticamente su cosa significhi costruire una ricerca interdisciplinare oggi nell’università italiana. Ripercorrendo il dibattito sull’interdisciplinarietà in Geografia (Schoenberger 2001; Simon e Graybill 2010), cercheremo di rilanciare alcune questioni che il dialogo fra “culture disciplinari” (Snow 1998) porta con sé, provando in particolare a riflettere su come i meccanismi di produzione e organizzazione del sapere, i linguaggi, le relazioni sociali, le procedure di riconoscimento e di attribuzione di valore, si riconfigurino all’interno di un campo di ricerca interdisciplinare e quali siano le specificità della Geografia in questi processi.
Giubilaro C., Picone M., Mauri D., Starita M., Sardo M. (2024). Al crocevia fra geografia e diritto. Un progetto di ricerca interdisciplinare su legal geographies e cambiamento climatico. RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, 131(3), 71-79 [10.3280/rgioa3-2024oa18437].
Al crocevia fra geografia e diritto. Un progetto di ricerca interdisciplinare su legal geographies e cambiamento climatico
Giubilaro C.
;Picone M.;Mauri D.;Starita M.;Sardo M.
2024-09-03
Abstract
Negli ultimi dieci anni si è progressivamente intensificata la ricerca nell’ambito delle cosiddette legal geographies, un campo di studi all’intersezione fra Geografia e Diritto che indaga criticamente i rapporti di mutua produzione che intercorrono fra dimensione spaziale e dimensione giuridica, vale a dire i modi in cui leggi, norme e regolamenti da una parte interferiscono con la produzione degli spazi e dall’altra sono il prodotto di contesti spaziali peculiari (Delaney, 2015; Monateri, 2013). Fra gli innumerevoli itinerari di ricerca che le legal geographies aprono sembra che, nonostante le marcate affinità di approcci e questioni (Jones e Smith 2015; Delaney, 2017), l’intersezione fra geografia politica e diritto internazionale sia attualmente poco esplorata nel dibattito nazionale e internazionale. In particolare, i cambiamenti climatici globali rappresentano un terreno privilegiato su cui costruire questo dialogo fra le due discipline, come dimostra, per esempio, il recente dibattito nell’ambito delle geografie legali australiane (O’Donnell 2016; O’Donnell et al. 2019). A partire dall’esperienza di un progetto di ricerca interdisciplinare che coinvolge cinque studiosi di Geografia e Diritto internazionale (GEOLAW – Critical Legal GEOgraphy, International LAW and Climate Change), questo intervento si propone di aprire una discussione sulle geografie legali dei cambiamenti climatici e, nel contempo, di riflettere criticamente su cosa significhi costruire una ricerca interdisciplinare oggi nell’università italiana. Ripercorrendo il dibattito sull’interdisciplinarietà in Geografia (Schoenberger 2001; Simon e Graybill 2010), cercheremo di rilanciare alcune questioni che il dialogo fra “culture disciplinari” (Snow 1998) porta con sé, provando in particolare a riflettere su come i meccanismi di produzione e organizzazione del sapere, i linguaggi, le relazioni sociali, le procedure di riconoscimento e di attribuzione di valore, si riconfigurino all’interno di un campo di ricerca interdisciplinare e quali siano le specificità della Geografia in questi processi.File | Dimensione | Formato | |
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