Viene illustrato il progetto di una scuola elementare costruita nel comune di Erice (2005) il cui linguaggio ricerca adeguati livelli espressivi alludendo ai sistemi storici dei casali rurali della Sicilia occidentale, aggregati intorno all’elemento aperto e centrale del baglio, con l’obiettivo di recuperare, una dimensione simbolica della scuola intesa come la casa e l’opificio, luogo di aggregazione stanziale e produttivo. Riferimento naturalmente trasfigurato in una dimensione onirica in cui precipitano le esperienze dell’architettura moderna e contemporanea, come ad esempio i diagonalismi e le rotazioni della Goldenberg House di L. Khan (1959), anch’essa organizzata attorno al patio centrale o l’archetipo senza tempo della domus romana costruita attorno all’impluvium. Ma soprattutto il riferimento subliminale va ad Aldo Rossi e ai suoi studi cromatici sulla cortine edilizie della città, a quei disegni colorati, appena suggeriti con un tratto di pastello, che ricercavano la varietà nella complessità urbana, attraverso l’archetipo della casa ed il susseguirsi ritmico dei colori. Il progetto, d’altra parte, guarda al linguaggio espressivo dei bambini in età evolutiva, ai loro disegni colorati che rispecchiano tante teorie sui colori e soprattutto confermano l’idea che il colore sia “ un’ introduzione alla cosa”( Merlau-Ponty), non nel senso del neoplasticismo di G.T. Rietveld, ma quale fattore strutturante della forma che articola la cosa architettonica in unità plastiche e funzionali, (quanto simboliche e concettuali nel disegno dei bambini ), figurativamente autonome e linguisticamente compiute.
ASTA F (2006). I COLORI DELLA NUOVA SCUOLA DI ERICE. COLORE, 52/anno XIV, 18-25.
I COLORI DELLA NUOVA SCUOLA DI ERICE
ASTA, Francesco
2006-01-01
Abstract
Viene illustrato il progetto di una scuola elementare costruita nel comune di Erice (2005) il cui linguaggio ricerca adeguati livelli espressivi alludendo ai sistemi storici dei casali rurali della Sicilia occidentale, aggregati intorno all’elemento aperto e centrale del baglio, con l’obiettivo di recuperare, una dimensione simbolica della scuola intesa come la casa e l’opificio, luogo di aggregazione stanziale e produttivo. Riferimento naturalmente trasfigurato in una dimensione onirica in cui precipitano le esperienze dell’architettura moderna e contemporanea, come ad esempio i diagonalismi e le rotazioni della Goldenberg House di L. Khan (1959), anch’essa organizzata attorno al patio centrale o l’archetipo senza tempo della domus romana costruita attorno all’impluvium. Ma soprattutto il riferimento subliminale va ad Aldo Rossi e ai suoi studi cromatici sulla cortine edilizie della città, a quei disegni colorati, appena suggeriti con un tratto di pastello, che ricercavano la varietà nella complessità urbana, attraverso l’archetipo della casa ed il susseguirsi ritmico dei colori. Il progetto, d’altra parte, guarda al linguaggio espressivo dei bambini in età evolutiva, ai loro disegni colorati che rispecchiano tante teorie sui colori e soprattutto confermano l’idea che il colore sia “ un’ introduzione alla cosa”( Merlau-Ponty), non nel senso del neoplasticismo di G.T. Rietveld, ma quale fattore strutturante della forma che articola la cosa architettonica in unità plastiche e funzionali, (quanto simboliche e concettuali nel disegno dei bambini ), figurativamente autonome e linguisticamente compiute.File | Dimensione | Formato | |
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