Nella pluralità di ambiti di ricerca che contraddistinguono l’intensa attività scientifica di Corrado Malandrino desidero, in particolare, richiamare le ricerche condotte presso l’Archivio Storico della Fondazione Einaudi di Torino e l’Archivio Storico dell’Istituto Luigi Sturzo di Roma che hanno consentito di colmare una lacuna importante dell’attività politica e culturale di Luigi Sturzo.Restando, dunque, nell’ambito degli studi sul popolarismo, il presente contributo è incentrato in particolare sul gruppo della sinistra popolare organizzatasi nella redazione del periodico «Il Domani d’Italia», una generazione che, parafrasando l’espressione di Malandrino riferita a Mario Einaudi, con l’ascesa del fascismo «seppe qual era il suo posto», e comprese la necessità di dialogare con antifascisti di sensibilità politiche differenti – da Gobetti a Ferrero, da Turati a Graziadei – per denunciare la vera natura del regime fascista, la sua negazione del diritto di esistenza dei partiti di opposizione, del libero esercizio dei diritti civili e politici e proporre un rinnovamento autentico delle istituzioni democratiche.
GIURINTANO C (2024). La sinistra popolare e la democrazia d’apparenza (1922-1924). In G. Barberis, F. Ingravalle, S. Quirico (a cura di), STORIA, POLITICA E ISTITUZIONI TRA ITALIA ED EUROPA. SAGGI IN ONORE DI CORRADO MALANDRINO (pp. 279-296). Roma : Aracne.
La sinistra popolare e la democrazia d’apparenza (1922-1924)
GIURINTANO C
2024-07-01
Abstract
Nella pluralità di ambiti di ricerca che contraddistinguono l’intensa attività scientifica di Corrado Malandrino desidero, in particolare, richiamare le ricerche condotte presso l’Archivio Storico della Fondazione Einaudi di Torino e l’Archivio Storico dell’Istituto Luigi Sturzo di Roma che hanno consentito di colmare una lacuna importante dell’attività politica e culturale di Luigi Sturzo.Restando, dunque, nell’ambito degli studi sul popolarismo, il presente contributo è incentrato in particolare sul gruppo della sinistra popolare organizzatasi nella redazione del periodico «Il Domani d’Italia», una generazione che, parafrasando l’espressione di Malandrino riferita a Mario Einaudi, con l’ascesa del fascismo «seppe qual era il suo posto», e comprese la necessità di dialogare con antifascisti di sensibilità politiche differenti – da Gobetti a Ferrero, da Turati a Graziadei – per denunciare la vera natura del regime fascista, la sua negazione del diritto di esistenza dei partiti di opposizione, del libero esercizio dei diritti civili e politici e proporre un rinnovamento autentico delle istituzioni democratiche.File | Dimensione | Formato | |
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