Profezia ed esorcismo: libri proibiti nell’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro

The conservation in the State Archives of Palermo of the inventories of the monastery of Santa Maria del Bosco di Calatamauro with the list of books in the Libraria allows us to question the readings of the Olivetan monks who, in accordance with the Rule, reserved a lot of time for reading. The oldest list dates back to 1642 and enumerates a very rich heritage, not exclusively linked to the liturgical aspect, but open to general culture and literature, a heritage that combines the works of the Fathers of the Church and the manuals of the Counter-Reformation, the works of theology and philosophy, the Greek and Latin classics, scientific and artistic writings. The presence among these texts also of works prohibited and banned in all Spanish territories, such as the ecclesiastical Annales of Cesare Baronio, and of texts censored and placed on the index by the Church, such as the Sermons of Girolamo Savonarola and the Flagellum demonum of Girolamo Menghi does not affect the characteristics of the prototype of the post-conciliar library whose primary purpose was to encourage good reading by the monks and their religious formation.

La conservazione presso l’Archivio di Stato di Palermo degli inventari del monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro con l’elenco dei libri della Libraria consente di interrogarsi sulle letture dei monaci olivetani che, in accordo alla Regola, riservavano molto tempo alla lettura. L’elenco più antico risale al 1642 ed enumera un patrimonio molto ricco, non esclusivamente legato all’aspetto liturgico, ma aperto alla cultura generale e alla letteratura, un patrimonio che affianca le opere dei Padri della Chiesa e i manuali della Controriforma, alle opere di teologia e filosofia, ai classici greci e latini, agli scritti di argomento scientifico e artistico. La presenza fra questi testi anche di opere proibite e messe al bando in tutti i territori spagnoli, come gli Annales ecclesiastici di Cesare Baronio, e di testi censurati e posti all’indice dalla Chiesa, come le Prediche di Girolamo Savonarola e il Flagellum demonum di Girolamo Menghi non pregiudica i connotati del prototipo di Biblioteca postconciliare il cui fine primario era favorire le buone letture dei monaci e la loro formazione religiosa.