L’archeologia Virtuale è un settore multidisciplinare che combina l’informazione archeologica, la tecnologia informatica e le scienze dure al fine di restituire i volumi e i colori originari dei contesti archeologici. Il percorso filologico per lo studio di un manufatto policromo parte dal rilievo digitale delle superfici per la documentazione dello stato di conservazione e il reperimento di tutte le informazioni ancora riscontrabili da un’analisi diretta. Successivamente si approfondisce la conoscenza dell’opera con analisi diagnostiche, ovvero tecniche analitiche avanzate, come l’imaging multispettrale, la spettroscopia e la colorimetria, che consentono di ricostruire la policromia originale fornendo importanti informazioni sulla tecnica artistica impiegata, sulle materie prime utilizzate, sulla conservazione e dal punto di vista metrico. Infine, viene realizzato l’intervento digitale sulle superfici pittoriche che, impiegando le medesime procedure del restauro reale, opera con strumenti digitali che consentono di isolare porzioni dipinte, reintegrare le decorazioni asportate e restituire le decorazioni non leggibili ad occhio nudo. Queste restituzioni vengono poi impiegate per la realizzazione di esperienze immersive destinate non solo agli studiosi ma anche ad un pubblico più ampio, per comunicare le opere nel contesto di appartenenza con restituzioni tridimensionali scientificamente corrette. Tali tecniche e applicazioni, con le loro potenzialità e apporti, sono qui illustrate attraverso alcuni casi studio della Sicilia occidentale.
SCHEPIS, L. (2023). ARCHEOLOGIA VIRTUALE: DALLE ANALISI DIAGNOSTICHE ALLA RICOSTRUZIONE DIGITALE DEI COLORI. ALCUNI CASI STUDIO DELLA SICILIA OCCIDENTALE. In Elymos (pp. 37-48). Roma : L'Erma di Bretschneider.
ARCHEOLOGIA VIRTUALE: DALLE ANALISI DIAGNOSTICHE ALLA RICOSTRUZIONE DIGITALE DEI COLORI. ALCUNI CASI STUDIO DELLA SICILIA OCCIDENTALE
SCHEPIS, Laura
2023-01-01
Abstract
L’archeologia Virtuale è un settore multidisciplinare che combina l’informazione archeologica, la tecnologia informatica e le scienze dure al fine di restituire i volumi e i colori originari dei contesti archeologici. Il percorso filologico per lo studio di un manufatto policromo parte dal rilievo digitale delle superfici per la documentazione dello stato di conservazione e il reperimento di tutte le informazioni ancora riscontrabili da un’analisi diretta. Successivamente si approfondisce la conoscenza dell’opera con analisi diagnostiche, ovvero tecniche analitiche avanzate, come l’imaging multispettrale, la spettroscopia e la colorimetria, che consentono di ricostruire la policromia originale fornendo importanti informazioni sulla tecnica artistica impiegata, sulle materie prime utilizzate, sulla conservazione e dal punto di vista metrico. Infine, viene realizzato l’intervento digitale sulle superfici pittoriche che, impiegando le medesime procedure del restauro reale, opera con strumenti digitali che consentono di isolare porzioni dipinte, reintegrare le decorazioni asportate e restituire le decorazioni non leggibili ad occhio nudo. Queste restituzioni vengono poi impiegate per la realizzazione di esperienze immersive destinate non solo agli studiosi ma anche ad un pubblico più ampio, per comunicare le opere nel contesto di appartenenza con restituzioni tridimensionali scientificamente corrette. Tali tecniche e applicazioni, con le loro potenzialità e apporti, sono qui illustrate attraverso alcuni casi studio della Sicilia occidentale.File | Dimensione | Formato | |
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