L’attività scientifica è stata sovente associata al solo ambito della scoperta a discapito di quello della creazione, motivo per cui l’acco- stamento tra creatività e scienza appare tutt’oggi insolito, sebbene ormai generalmente riconosciuto sia dagli scienziati che dagli uma- nisti. Ancor meno immediato è, probabilmente, il collegamento tra creatività scientifica e algoritmi. Tale collegamento si configura co- me un cardine implicito della modellizzazione basata su agenti, uno degli approcci adottati dai ricercatori per rappresentare in ambienti di simulazione digitali le dinamiche dei sistemi complessi, ossia siste- mi caratterizzati da un profondo livello di interazione tra molteplici unità. Pur eseguendo dei comportamenti algoritmici espressi dal programmatore in forma di codice, infatti, gli agenti virtuali di questi modelli sono collettivamente in grado di produrre pattern emergenti non deducibili dal codice stesso, e quindi di manifestare un certo grado di imprevedibilità e innovatività. Questa particolare forma di creatività computazionale intimamente connessa ai fenomeni emer- genti è tipica dei modelli ad agenti ed è il fulcro di questo contributo. L’articolo è diviso in due sezioni principali. La prima sezione consiste in un commento a un modello implementato con il software NetLogo e capace di riprodurre un processo biologico evolutivo. Nell’esposi- zione, si mostra come il programma sia in grado di generare degli output di alto livello “imprevisti” rispetto agli algoritmi utilizzati, confermando l’idea secondo la quale una forma di creatività sia in- dividuabile anche in simulazioni basate su poche e semplici righe di codice. La seconda sezione è dedicata alla disamina teorica del fenomeno apparentemente paradossale e ricco di implicazioni episte- mologiche presentato nella prima, e cioè all’analisi della rilevanza dei pattern emergenti simulati coi modelli ad agenti nel contesto della creatività computazionale. Vengono infine fornite delle ragioni per considerare la creatività computazionale un vero e proprio criterio di demarcazione tra un modello ad agenti ben costruito e uno inadatto all’investigazione scientifica.
Riccardo Tarantino (2024). Pattern emergenti nei sistemi biologici: la creatività intrinseca dei modelli basati su agenti. EPEKEINA, 16(1-2) [10.7408/epkn].
Pattern emergenti nei sistemi biologici: la creatività intrinseca dei modelli basati su agenti
Riccardo Tarantino
2024-01-08
Abstract
L’attività scientifica è stata sovente associata al solo ambito della scoperta a discapito di quello della creazione, motivo per cui l’acco- stamento tra creatività e scienza appare tutt’oggi insolito, sebbene ormai generalmente riconosciuto sia dagli scienziati che dagli uma- nisti. Ancor meno immediato è, probabilmente, il collegamento tra creatività scientifica e algoritmi. Tale collegamento si configura co- me un cardine implicito della modellizzazione basata su agenti, uno degli approcci adottati dai ricercatori per rappresentare in ambienti di simulazione digitali le dinamiche dei sistemi complessi, ossia siste- mi caratterizzati da un profondo livello di interazione tra molteplici unità. Pur eseguendo dei comportamenti algoritmici espressi dal programmatore in forma di codice, infatti, gli agenti virtuali di questi modelli sono collettivamente in grado di produrre pattern emergenti non deducibili dal codice stesso, e quindi di manifestare un certo grado di imprevedibilità e innovatività. Questa particolare forma di creatività computazionale intimamente connessa ai fenomeni emer- genti è tipica dei modelli ad agenti ed è il fulcro di questo contributo. L’articolo è diviso in due sezioni principali. La prima sezione consiste in un commento a un modello implementato con il software NetLogo e capace di riprodurre un processo biologico evolutivo. Nell’esposi- zione, si mostra come il programma sia in grado di generare degli output di alto livello “imprevisti” rispetto agli algoritmi utilizzati, confermando l’idea secondo la quale una forma di creatività sia in- dividuabile anche in simulazioni basate su poche e semplici righe di codice. La seconda sezione è dedicata alla disamina teorica del fenomeno apparentemente paradossale e ricco di implicazioni episte- mologiche presentato nella prima, e cioè all’analisi della rilevanza dei pattern emergenti simulati coi modelli ad agenti nel contesto della creatività computazionale. Vengono infine fornite delle ragioni per considerare la creatività computazionale un vero e proprio criterio di demarcazione tra un modello ad agenti ben costruito e uno inadatto all’investigazione scientifica.File | Dimensione | Formato | |
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