To deal with the crisis of modernity and the sense of disintegration connected to the complexity and contradictions of the world we live in, the essay proposes a possible model to build new existential dimensions and new paths of action, in a pedagogical and political perspective; it is about adopting a new frame which implies, primarily, active participation, creative processes in their unpredictability and indeterminacy, the sharing of experiences on a psycho-corporeal and emotional level, together with the "self-care" . This is the basis for caring for others and the contexts in which we live. The essay then describes an embodied and artistic approach such as that of dance movement therapy, focusing on its characteristics and its formative and transformative effectiveness, also in relation to the construction of intercultural and inclusive contexts. Starting from the idea of a "boundary pedagogy", the text therefore reflects on the importance of educational processes and the role that school could have in discovering different perspectives of approaching the world, to open up new possibilities for action, both individual and collective level: by innovating teaching methodologies and promoting participatory activities centered on the bodily dimension and on artistic-expressive languages, it is possible to experience otherness, to be amazed by the specificity and multiplicity of each human being and, at the same time, perceive emotions and feelings that everyone has in common on a profound level, recognize oneself in others, feel like we all belong to the same humanity

Per far fronte alla crisi della modernità ed al senso di disgregazione connesso alla complessità, alle contraddizioni del mondo in cui viviamo , il saggio propone un modello possibile per costruire nuove dimensioni esistenziali e nuove strade di azione, in una prospettiva pedagogica e politica; si tratta di far proprio un nuovo quadro di riferimento che implica, primariamente, la partecipazione attiva, i processi creativi nella loro imprevedibilità ed indeterminatezza, la condivisione di esperienze a livello psico-corporeo ed emotivo. Tutto questo si accompagna alla “cura di sé” che è la base per la cura degli altri e dei contesti in cui si vive. Descrive quindi approccio embodied ed artistico come quello della danza movimento terapia soffermandosi sulle sue caratteristiche e sulla sua efficacia formativa e trasformativa, anche relativamente alla costruzione di contesti interculturali e inclusivi. A partire dall’idea di una “pedagogia del confine “ , il testo riflette quindi sulla importanza dei processi educativi e sul ruolo che potrebbe avere la scuola nel far scoprire diverse prospettive di accostarsi al mondo, per aprire nuove possibilità d’azione, sia a livello individuale che collettivo: innovando le metodologie didattiche e promuovendo attività partecipative centrate sulla dimensione corporea e sui linguaggi artistico-espressivi, è possibile far fare esperienza dell’alterità, dar modo di stupirsi della specificità e della molteplicità di ciascun essere umano e , nello stesso tempo, percepire emozioni e sentimenti che accomunano tutti a livello profondo, riconoscersi nell’altro, sentire di appartenere ad una stessa umanità.

Mignosi Elena (2024). Il corpo e l’arte nella scuola La valenza formativa e trasformativa della Danzamovimentoterapia in un processo di ricerca compartecipato. In Pedagogia del Confine . Storie di corpi in movimento per una geografia delle relazioni (pp. 13-26). edizioni Junior Spaggiari.

Il corpo e l’arte nella scuola La valenza formativa e trasformativa della Danzamovimentoterapia in un processo di ricerca compartecipato

Mignosi Elena
2024-03-01

Abstract

To deal with the crisis of modernity and the sense of disintegration connected to the complexity and contradictions of the world we live in, the essay proposes a possible model to build new existential dimensions and new paths of action, in a pedagogical and political perspective; it is about adopting a new frame which implies, primarily, active participation, creative processes in their unpredictability and indeterminacy, the sharing of experiences on a psycho-corporeal and emotional level, together with the "self-care" . This is the basis for caring for others and the contexts in which we live. The essay then describes an embodied and artistic approach such as that of dance movement therapy, focusing on its characteristics and its formative and transformative effectiveness, also in relation to the construction of intercultural and inclusive contexts. Starting from the idea of a "boundary pedagogy", the text therefore reflects on the importance of educational processes and the role that school could have in discovering different perspectives of approaching the world, to open up new possibilities for action, both individual and collective level: by innovating teaching methodologies and promoting participatory activities centered on the bodily dimension and on artistic-expressive languages, it is possible to experience otherness, to be amazed by the specificity and multiplicity of each human being and, at the same time, perceive emotions and feelings that everyone has in common on a profound level, recognize oneself in others, feel like we all belong to the same humanity
mar-2024
Mignosi Elena (2024). Il corpo e l’arte nella scuola La valenza formativa e trasformativa della Danzamovimentoterapia in un processo di ricerca compartecipato. In Pedagogia del Confine . Storie di corpi in movimento per una geografia delle relazioni (pp. 13-26). edizioni Junior Spaggiari.
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