Il contributo esamina l’ormai risalente questione del possibile contrasto del diritto penale di fonte europea con il principio di legalità penale statale, alla luce delle novità introdotte dal Trattato di Lisbona. In particolare, esso evidenzia come la definitiva attribuzione di una competenza penale (pur sempre indiretta) all’Unione da parte del nuovo assetto istituzionale introdotto a Lisbona non abbia irreparabilmente compromesso l’esito del suddetto contrasto, nei termini negativi o di un’inevitabile capitolazione delle garanzie della legalità penale, o viceversa, del necessario innalzamento della barriera dei controlimiti contro il rischio di tale capitolazione. In proposito, lo scritto segnala che il sistema “multilivello” creato dal nuovo Trattato ha introdotto un modello di “pesi e contrappesi” in grado controbilanciare il pericoloso vulnus al principio di legalità che potrebbe scaturire dalla nuova potestà normativa penale dell’Europa. Tali fenomeni sono infine considerati da un punto di vista più generale, alla stregua dei mutamenti da essi determinati sotto il profilo della progressiva affermazione di una concezione del principio di legalità in materia penale, meno ancorata ai profili formali e più incline a valorizzare i significati “sostanziali”. Si tratterebbe di una autentica “trasfigurazione” in senso sostanzialistico del principio che ritiene ammissibile attuarne pienamente le funzioni di garanzia anche oltre (e non più soltanto entro) il corollario della riserva di legge, e dunque a prescindere dalla particolare natura giuridica delle fonti di produzione normativa.
Siracusa, L. (2012). La trasfigurazione del principio di legalità penale statale nel prisma del diritto europeo. In Viola Francesco (a cura di), Lo stato costituzionale di diritto e le insidie del pluralismo (pp. 111-138). Bologna : il Mulino.
La trasfigurazione del principio di legalità penale statale nel prisma del diritto europeo
SIRACUSA, Licia
2012-01-01
Abstract
Il contributo esamina l’ormai risalente questione del possibile contrasto del diritto penale di fonte europea con il principio di legalità penale statale, alla luce delle novità introdotte dal Trattato di Lisbona. In particolare, esso evidenzia come la definitiva attribuzione di una competenza penale (pur sempre indiretta) all’Unione da parte del nuovo assetto istituzionale introdotto a Lisbona non abbia irreparabilmente compromesso l’esito del suddetto contrasto, nei termini negativi o di un’inevitabile capitolazione delle garanzie della legalità penale, o viceversa, del necessario innalzamento della barriera dei controlimiti contro il rischio di tale capitolazione. In proposito, lo scritto segnala che il sistema “multilivello” creato dal nuovo Trattato ha introdotto un modello di “pesi e contrappesi” in grado controbilanciare il pericoloso vulnus al principio di legalità che potrebbe scaturire dalla nuova potestà normativa penale dell’Europa. Tali fenomeni sono infine considerati da un punto di vista più generale, alla stregua dei mutamenti da essi determinati sotto il profilo della progressiva affermazione di una concezione del principio di legalità in materia penale, meno ancorata ai profili formali e più incline a valorizzare i significati “sostanziali”. Si tratterebbe di una autentica “trasfigurazione” in senso sostanzialistico del principio che ritiene ammissibile attuarne pienamente le funzioni di garanzia anche oltre (e non più soltanto entro) il corollario della riserva di legge, e dunque a prescindere dalla particolare natura giuridica delle fonti di produzione normativa.File | Dimensione | Formato | |
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