Ordinamento giuridico e ingresso dei lavoratori di paesi terzi: considerazioni a margine del d.l. 10 marzo 2023, n. 20

The access of foreign workers has traditionally been controlled and regulated by the states. International law and the European Union’s legal framework have influenced domestic legislation through the principle of equal treatment and the recognition of the migrant worker as a legal subject. Despite this influence of the supranational legislation, Italian legislation provides a strict system for managing the entry of foreign workers. This has increased the difficulties of foreigners in regular access to the territory and to the instruments provided by the legal system for workers’ protection. This approach has been perceived also by the latest reform of the Consolidated Immigration Act, made by Decree 10 March 2023, no. 20. This reform has been announced as a way to allow employers to employ migrant workers through faster procedures. This paper aims to examine the most important innovations in the matter of migrations for employment reasons, highlighting how the pursuit of faster procedures ends up sacrificing several public interests and legal positions.

Tradizionalmente, gli stati hanno esercitato una funzione di controllo e di regolazione dell’ingresso dei lavoratori di paesi terzi. Il diritto internazionale pattizio e l’ordinamento dell’Unione europea hanno inciso sulle modalità di esercizio di tale prerogativa, pur senza pregiudicarne l’esistenza, mediante l’affermazione del principio di parità di trattamento ed il riconoscimento del lavoratore migrante come soggetto di diritto. Nonostante i vincoli posti dal diritto interstatale, la normativa italiana è caratterizzata da un sistema di gestione degli ingressi di lavoratori stranieri piuttosto rigido, che ha reso vieppiù ostico il regolare ingresso sul territorio, nonché il godimento delle tutele giuridiche assegnate al lavoratore straniero. Tale approccio sembra aver trovato un’ulteriore conferma nel recente d.l. 10 marzo 2023, n. 20, conv., con mod., in l. 5 maggio 2023, n. 50, mediante alcune modifiche al Testo Unico sull’Immigrazione, il cui fine è accelerare i procedimenti che consentono l’accesso del lavoratore migrante al mercato del lavoro italiano. Il presente contributo si propone di esaminare le più importanti novità in materia di ingresso e soggiorno per motivi di lavoro subordinato, mettendo in luce quali interessi pubblici e posizioni giuridiche vengano sacrificati all’obbiettivo della celerità.