Nella pianificazione urbanistica le infrastrutture sportive rientrano tra le opere e impianti di interesse collettivo o sociale. Con il termine “impianti” si fa riferimento sia a edifici in senso stretto (palestre, piscine coperte, ecc.), sia più in generale ad aree attrezzate per ospitare la pratica sportiva (campi di calcio all’aperto, bocciodromi, ecc.). Per identificare ciò che costituisce per il diritto attività sportiva in senso tecnico e di ciò che invece integra, al più, una pratica ludico-ricreativa ci si può riferire alla lista delle pratiche riconosciute come sportive dal CONI. Il Piano Regolatore Generale indica le aree da riservare a opere e impianti di interesse collettivo o sociale (c.d. “localizzazione”) nonché la divisione in zone del territorio comunale, con determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona (c.d. “zonizzazione”). In primo luogo, quindi, gli impianti sportivi possono venire in considerazione nel PRG come opere e impianti di interesse collettivo o sociale da localizzare esattamente nel territorio. In secondo luogo, con il PRG sono individuate le zone comprendenti parti del territorio destinate al mantenimento e alla realizzazione di impianti sportivi: esse sono considerate zone territoriali omogenee agli effetti dell’art. 2 del d.m. 2 aprile 1968 n. 1444 che alla lettera f) contempla “le parti del territorio destinate ad attrezzature e impianti di interesse generale”. Con riferimento specifico al ruolo che l’infrastruttura sportiva può avere nel plasmare l’evoluzione di un’area urbana, occorre prendere le mosse dal quadro europeo in materia di rigenerazione urbana o urban renewal, nonché dalle diverse leggi regionali che hanno disciplinato la materia, nonostante la mancanza di una normativa statale di riferimento. Nell’individuazione di spazi degradati, sui quali progettare un intervento di urban regeneration attraverso la costruzione o riqualificazione di aree o percorsi sportivi di avanguardia, largo spazio deve essere dedicato al coinvolgimento della popolazione residente e occorre favorire un equilibrato e costante partenariato tra pubblico e privato. Se, da un lato, è, dunque, fondamentale continuare a progettare grandi opere infrastrutturali, funzionali al business dei grandi eventi sportivi, dall’altro lato è altrettanto urgente considerare interventi di inserimento di strutture sportive all’interno delle aree urbane che siano puntuali, diffusi, individuali e coerenti, al fine di favorire una progressiva rinascita ambientale, sociale, economica.

daniela ferrara (2023). L'infrastruttura sportiva tra pianificazione urbanistica e rigenerazione urbana. NORMA.

L'infrastruttura sportiva tra pianificazione urbanistica e rigenerazione urbana

daniela ferrara
2023-12-22

Abstract

Nella pianificazione urbanistica le infrastrutture sportive rientrano tra le opere e impianti di interesse collettivo o sociale. Con il termine “impianti” si fa riferimento sia a edifici in senso stretto (palestre, piscine coperte, ecc.), sia più in generale ad aree attrezzate per ospitare la pratica sportiva (campi di calcio all’aperto, bocciodromi, ecc.). Per identificare ciò che costituisce per il diritto attività sportiva in senso tecnico e di ciò che invece integra, al più, una pratica ludico-ricreativa ci si può riferire alla lista delle pratiche riconosciute come sportive dal CONI. Il Piano Regolatore Generale indica le aree da riservare a opere e impianti di interesse collettivo o sociale (c.d. “localizzazione”) nonché la divisione in zone del territorio comunale, con determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona (c.d. “zonizzazione”). In primo luogo, quindi, gli impianti sportivi possono venire in considerazione nel PRG come opere e impianti di interesse collettivo o sociale da localizzare esattamente nel territorio. In secondo luogo, con il PRG sono individuate le zone comprendenti parti del territorio destinate al mantenimento e alla realizzazione di impianti sportivi: esse sono considerate zone territoriali omogenee agli effetti dell’art. 2 del d.m. 2 aprile 1968 n. 1444 che alla lettera f) contempla “le parti del territorio destinate ad attrezzature e impianti di interesse generale”. Con riferimento specifico al ruolo che l’infrastruttura sportiva può avere nel plasmare l’evoluzione di un’area urbana, occorre prendere le mosse dal quadro europeo in materia di rigenerazione urbana o urban renewal, nonché dalle diverse leggi regionali che hanno disciplinato la materia, nonostante la mancanza di una normativa statale di riferimento. Nell’individuazione di spazi degradati, sui quali progettare un intervento di urban regeneration attraverso la costruzione o riqualificazione di aree o percorsi sportivi di avanguardia, largo spazio deve essere dedicato al coinvolgimento della popolazione residente e occorre favorire un equilibrato e costante partenariato tra pubblico e privato. Se, da un lato, è, dunque, fondamentale continuare a progettare grandi opere infrastrutturali, funzionali al business dei grandi eventi sportivi, dall’altro lato è altrettanto urgente considerare interventi di inserimento di strutture sportive all’interno delle aree urbane che siano puntuali, diffusi, individuali e coerenti, al fine di favorire una progressiva rinascita ambientale, sociale, economica.
22-dic-2023
daniela ferrara (2023). L'infrastruttura sportiva tra pianificazione urbanistica e rigenerazione urbana. NORMA.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/628273
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