Le prime forme di abusivismo edilizio si registrano in Sicilia, come in altre regioni del centro e del sud d'Italia, a partire dal secondo dopoguerra contestualmente al repentino mutamento delle condizioni socio-economiche del Paese, alla forte crescita demografica e allo spopolamento dei territori interni, fattori che incideranno profondamente sulle dinamiche insediative tra la fine degli anni Cinquanta e il corso degli anni Sessanta e Settanta. Intorno alla metà degli anni Sessanta il fenomeno dell'abusivismo edilizio subisce un'evoluzione, divenendo fenomeno trasversale a tutte le fasce sociali. Il fenomeno più recente di abusivismo edilizio, di natura chiaramente affaristico-speculativa, è orientato prevalentemente verso le zone turistiche, solitamente coincidenti con le località costiere di maggior pregio in cui continuano a sorgere, oltre alle immancabili ville e villette, una svariata gamma di altre strutture, da quelle alberghiere, a quelle destinate alla ristorazione, alla balneazione e al tempo libero. Il fenomeno dell'abusivismo edilizio nella provincia di Agrigento investe, senza eccezione alcuna, tutti i centri urbani gravitanti attorno al capoluogo, anche se in maniera differenziata. Tale fenomeno non ha risparmiato neanche la Valle dei Templi. L'area protetta si estende su una superficie di circa 1400 ettari, di cui oltre 70 risultano interessati da edilizia abusiva. La presenza di circa 700 costruzioni realizzate illegalmente, censite ad oggi all'interno dell'area sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta, è stata peraltro motivo di forti tensioni sociali che hanno avvelenato negli ultimi quarant'anni la vita democratica di Agrigento. La mancanza di una cultura del bene collettivo, del senso di appartenenza e di responsabilità civile ha certamente contribuito a far dilagare il fenomeno dell'abusivismo edilizio in provincia di Agrigento dove tale fenomeno non può essere etichettato semplicemente come il prodotto delle insufficienze dello Stato nel dare risposte al bisogno abitativo di determinati strati sociali, ma diventa espressione di un malcostume diffuso, rimasto per anni impunito.
Abbate, G. (2009). Processi di edificazione abusiva nel territorio di Agrigento: una questione irrisolta. In F. Lo Piccolo (a cura di), Progettare le identità del territorio. Piani e interventi per uno sviluppo locale autosostenibile nel paesaggio agricolo della Valle dei Templi di Agrigento (pp. 145-164). Firenze : Alinea Editrice.
Processi di edificazione abusiva nel territorio di Agrigento: una questione irrisolta
ABBATE, Giuseppe
2009-01-01
Abstract
Le prime forme di abusivismo edilizio si registrano in Sicilia, come in altre regioni del centro e del sud d'Italia, a partire dal secondo dopoguerra contestualmente al repentino mutamento delle condizioni socio-economiche del Paese, alla forte crescita demografica e allo spopolamento dei territori interni, fattori che incideranno profondamente sulle dinamiche insediative tra la fine degli anni Cinquanta e il corso degli anni Sessanta e Settanta. Intorno alla metà degli anni Sessanta il fenomeno dell'abusivismo edilizio subisce un'evoluzione, divenendo fenomeno trasversale a tutte le fasce sociali. Il fenomeno più recente di abusivismo edilizio, di natura chiaramente affaristico-speculativa, è orientato prevalentemente verso le zone turistiche, solitamente coincidenti con le località costiere di maggior pregio in cui continuano a sorgere, oltre alle immancabili ville e villette, una svariata gamma di altre strutture, da quelle alberghiere, a quelle destinate alla ristorazione, alla balneazione e al tempo libero. Il fenomeno dell'abusivismo edilizio nella provincia di Agrigento investe, senza eccezione alcuna, tutti i centri urbani gravitanti attorno al capoluogo, anche se in maniera differenziata. Tale fenomeno non ha risparmiato neanche la Valle dei Templi. L'area protetta si estende su una superficie di circa 1400 ettari, di cui oltre 70 risultano interessati da edilizia abusiva. La presenza di circa 700 costruzioni realizzate illegalmente, censite ad oggi all'interno dell'area sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta, è stata peraltro motivo di forti tensioni sociali che hanno avvelenato negli ultimi quarant'anni la vita democratica di Agrigento. La mancanza di una cultura del bene collettivo, del senso di appartenenza e di responsabilità civile ha certamente contribuito a far dilagare il fenomeno dell'abusivismo edilizio in provincia di Agrigento dove tale fenomeno non può essere etichettato semplicemente come il prodotto delle insufficienze dello Stato nel dare risposte al bisogno abitativo di determinati strati sociali, ma diventa espressione di un malcostume diffuso, rimasto per anni impunito.File | Dimensione | Formato | |
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