Stabilire univocamente cosa sia o non sia mafia individuando appartenenze o esclusioni, identità o differenze rispetto a un modello non esaustivamente definito ormai anche sotto il profilo giuridico – è opera ben complicata; ancor più complesso è delimitare – anche solo un punto di vista teorico – ciò a cui ci vuol riferire parlando di “minori coinvolti nella criminalità mafiosa”. Ci si riferisce a quei minori che prestano i loro servigi alla mafia? O il termine va esteso a tutti i minori che vivono in contesti mafiosi? Bisogna soffermasi ad analizzare la vita dei figli dei mafiosi, studiando eventuali strategie di prevenzione rispetto alla possibile affiliazione per ereditarietà? O è più opportuno circoscrivere l’attenzione solo sui giovani che, appartenendo ad un contesto mafioso, ne condividono – con le loro azioni – finalità e strumenti? E come considerare la posizione di quei minori che pur non facendo parte del sodalizio sono inseriti in bande o organizzazioni criminali che incrociano gli affari della mafia nei territori in cui essi agiscono?
Dino, A. (2011). Il pensiero del padre. Emulazione, obbedienza, processi di identificazione tra i giovani che vivono in famiglie di mafia. In I. Mastropasqua, M.G. Branchi (a cura di), Svincolarsi dalle Mafie. Pratiche educative con i minori coinvolti nella criminalità organizzata (pp. 45-72). Roma : Gangemi.
Il pensiero del padre. Emulazione, obbedienza, processi di identificazione tra i giovani che vivono in famiglie di mafia
DINO, Alessandra
2011-01-01
Abstract
Stabilire univocamente cosa sia o non sia mafia individuando appartenenze o esclusioni, identità o differenze rispetto a un modello non esaustivamente definito ormai anche sotto il profilo giuridico – è opera ben complicata; ancor più complesso è delimitare – anche solo un punto di vista teorico – ciò a cui ci vuol riferire parlando di “minori coinvolti nella criminalità mafiosa”. Ci si riferisce a quei minori che prestano i loro servigi alla mafia? O il termine va esteso a tutti i minori che vivono in contesti mafiosi? Bisogna soffermasi ad analizzare la vita dei figli dei mafiosi, studiando eventuali strategie di prevenzione rispetto alla possibile affiliazione per ereditarietà? O è più opportuno circoscrivere l’attenzione solo sui giovani che, appartenendo ad un contesto mafioso, ne condividono – con le loro azioni – finalità e strumenti? E come considerare la posizione di quei minori che pur non facendo parte del sodalizio sono inseriti in bande o organizzazioni criminali che incrociano gli affari della mafia nei territori in cui essi agiscono?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.