La ricerca in psicologia clinica si è ampiamente sviluppata negli ultimi decenni con lo scopo di produrre delle conoscenze capaci di fare progredire il progresso scientifico della nostra disciplina e al contempo di favorire le implicazioni pratiche/applicative dei propri risultati. Come mostrato in questo capitolo, nel panorama contemporaneo non siamo in presenza di metodologie di serie A e di serie B e i vari metodi di ricerca, quantitativi e qualitativi, possono essere utilizzati in funzione delle domande e delle ipotesi che il ricercatore vuole indagare. Troppo a lungo si è dibattuto su presunte gerarchie di merito tra ricerca quantitativa e qualitativa o tra studi estensivi effettuati con ampi campioni di soggetti e ricerche su caso singolo. In estrema sintesi, potremmo affermare che oggi il compito del ricercatore in psicologia clinica è di effettuare studi di “buona qualità”, intesa come il frutto sia dell’applicazione di una corretta metodologia di ricerca, coerente con le ipotesi da verificare sia, parallelamente, della rilevanza clinica dei risultati emersi, cioè della loro capacità di incidere nella pratica professionale dello psicologo clinico. Il dialogo tra ricerca e pratica clinica potrà così proseguire in modo sempre più arricchente e professionalizzante, consolidando le basi scientifiche della nostra disciplina.
Lo Coco Gianluca, Salerno Laura (2023). Metodologia e disegni di ricerca in psicologia clinica. In Verrocchio, M.C. (a cura di). Manuale di psicologia clinica. Piccin Nuova Libraria spa.
Metodologia e disegni di ricerca in psicologia clinica
Lo Coco Gianluca;Salerno Laura
2023-06-07
Abstract
La ricerca in psicologia clinica si è ampiamente sviluppata negli ultimi decenni con lo scopo di produrre delle conoscenze capaci di fare progredire il progresso scientifico della nostra disciplina e al contempo di favorire le implicazioni pratiche/applicative dei propri risultati. Come mostrato in questo capitolo, nel panorama contemporaneo non siamo in presenza di metodologie di serie A e di serie B e i vari metodi di ricerca, quantitativi e qualitativi, possono essere utilizzati in funzione delle domande e delle ipotesi che il ricercatore vuole indagare. Troppo a lungo si è dibattuto su presunte gerarchie di merito tra ricerca quantitativa e qualitativa o tra studi estensivi effettuati con ampi campioni di soggetti e ricerche su caso singolo. In estrema sintesi, potremmo affermare che oggi il compito del ricercatore in psicologia clinica è di effettuare studi di “buona qualità”, intesa come il frutto sia dell’applicazione di una corretta metodologia di ricerca, coerente con le ipotesi da verificare sia, parallelamente, della rilevanza clinica dei risultati emersi, cioè della loro capacità di incidere nella pratica professionale dello psicologo clinico. Il dialogo tra ricerca e pratica clinica potrà così proseguire in modo sempre più arricchente e professionalizzante, consolidando le basi scientifiche della nostra disciplina.File | Dimensione | Formato | |
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