Ethical Aspects Within the Built Heritage: Breaking the Bell Jar

Every technological process involves ethical aspects that are highlighted in the values which – more or less explicitly – underlie them, in the way of dealing with risk, in the percentage overlap between the sphere of users and the sphere of experts. The processes concerning architectural heritage, with the objectives of knowledge, conservation, and enhancement, are no exception. In this case, the ethical aspects mainly affect the public dimension and the collective interest and are intertwined with the cultural identity and the prevailing behavioural patterns. The reliability of the interventions, accessibility, and communication are some of the main research topics developed in the last two decades in the field of built heritage that can be usefully looked at from an ethical point of view. The paper leverages the expression breaking the bell jar to underline the need to overcome the separations and oppositions that have characterized the approach to the built heritage, to recover a fully holistic dimension, based on the awareness of the evolution of the relationship between people and heritage.

Ogni processo tecnologico coinvolge aspetti etici che si evidenziano nei valori che -in modo più o meno esplicito- vengono sottesi, nel modo di affrontare il rischio, nella percentuale di sovrapposizione tra le sfere degli utenti e degli esperti. I processi che riguardano il patrimonio architettonico, con gli obiettivi di conoscenza, conservazione e valorizzazione, non fanno eccezione. Nella fattispecie, gli aspetti etici investono prevalentemente la dimensione pubblica e l’interesse collettivo e si intrecciano all’identità culturale e ai prevalenti modelli comportamentali. Alcuni temi sviluppati negli ultimi due decenni nel campo del patrimonio costruito che possono essere utilmente guardati sul piano etico sono l’affidabilità degli interventi; l’accessibilità; la comunicazione. Il paper fa leva sull’espressione rompere la campana di vetro per sottolineare la necessità di superare le separazioni e contrapposizioni che hanno caratterizzato l’approccio al patrimonio costruito, per recuperare una dimensione pienamente olistica, sulla base della consapevolezza dell’evoluzione del rapporto tra persone e patrimonio