Antisemitismo “nascosto” nei simboli? Nota a Trib. Forlì, Sent. 12.01.2023, n. 40, giud. de Leva

The judgment of the Forlì Tribunal acquitting the defendant of the offense under Article 2 of Law 205/1993 (commonly known as the Mancino Law) converting Legislative Decree 122/1993 provides an opportunity to analyze the relevant regulatory framework in cases of anti-Semitic manifestations made through apologetic references to fascism and Nazism. After describing the case under scrutiny, analyzing the reasoning of the trial judge, and noting the impending decision of the Court of Cassation, not yet released, which challenges the choice of the incriminating offense made in the indictment, the main legal provisions on the matter will be recalled. In particular, the focus will be on the relationship between the offenses under Article 5 of Law 645/1952, implementing the first paragraph of the XII Transitional and Final Provision of the Italian Constitution that prohibits the reorganization, in any form, of the dissolved fascist party, and Article 2 of the Mancino Law, which sanctions the performance of manifestations displaying symbols specific to "existing" organizations or groups carrying an extremist ideology. Subsequently, the mentioned provisions will be compared with Article 604-bis paragraph 3 of the Criminal Code, which represents the latest legislative effort in Italy to counter anti-Semitism. The analysis will aim to verify the issues raised by the choice of each of the referenced provisions and ultimately, what outcomes would have been reached by preferring the offense known as the "negationism aggravating circumstance" in the indictment.

La sentenza del Tribunale di Forlì di assoluzione dell’imputata dal reato di cui all’art. 2 della l. 205/1993 (nota come legge Mancino) di conversione del d.l. 122/1993, costituisce l’occasione per analizzare la disciplina normativa rilevante in ipotesi di manifestazioni antisemite, realizzate mediante richiami apologetici al fascismo e al nazismo. Dopo aver descritto la vicenda oggetto del giudizio, analizzate le motivazioni del giudice primae curae e dato atto dell’intervenuta pronuncia della Corte di cassazione, non ancora depositata, con la quale si contesta la scelta della fattispecie incriminatrice compiuta nel capo di imputazione, si richiameranno le principali disposizioni normative in materia. In particolare, ci si concentrerà sui rapporti tra le fattispecie di cui all’art. 5 della legge Scelba n. 645 del 1952, attuativa del primo comma della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione che sancisce il divieto di riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista, e l’art. 2 della legge Mancino, che sanziona il compimento di manifestazioni di ostentazione di simboli propri di organizzazioni o gruppi “esistenti” portatori di una ideologia estremista. Successivamente, le disposizioni citate saranno messe a confronto con l’art. 604-bis comma 3 c.p., il quale costituisce l’ultimo approdo del legislatore nazionale in materia di contrasto all’antisemitismo. L’analisi sarà volta a verificare quali problematiche solleva la scelta di ognuna delle disposizioni richiamate e in ultima istanza a quali esiti si sarebbe giunti prediligendo per il capo di imputazione la fattispecie codicistica nota come “aggravante del negazionismo”.