Nel 1972 Carlo Scarpa (1906-1978) inizia una ‘consulenza, per il titolare della cattedra di Restauro dei monumenti alla Facoltà di Architettura, Roberto Calandra (1915-2015), infatti, ha assunto per l’ateneo di Palermo, di redigere un progetto di architettura degli interni che, sotto il controllo della Soprintendenza, trovi una nuova destinazione come sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Palermo. Studiare e rileggere gli elaborati redatti da Scarpa significa condividerne la ricerca continua, nella consapevolezza rispettosa del ruolo del maestro veneziano. Questa rilettura critica, oggetto di un nostro recente studio pubblicato da Marsilio 2022 dal titolo “L'istinto della bellezza. Carlo Scarpa a Palermo” ha consentito di sviluppare alcune considerazioni sulla strategia dei percorsi che, spazio dopo spazio, egli definisce all’interno dello Steri. Carlo Scarpa ha sviluppato anche per lo Steri un’idea progettuale architettonica di discontinuità (con il passato) che, come una linea costante, parte dal rilievo per comprendere la forma strutturale dello spazio basico di tutta la fabbrica. Il saggio si sofferma su un elemento cardine, una finestra rettangolare dal taglio stretto e orizzontale, che scorre su se stessa verso il basso. Da questa finestra su Piazza Marina la vista è impedita ormai da troppo tempo. Qui descriviamo un nostro convincimento: la visione dall’alto delle radici aeree emergenti del Ficus e la luce che entra, ‘strutturata’ dai riquadri dell’infisso in ferro, sono un colpo d’occhio che incanta e lascia senza parole il visitatore. Scarpa si è posto come obiettivo la definizione di questa sequenza particolare, dove materiali, colori e forme attentamente studiate hanno un obbiettivo preciso: in questo luogo sospeso il visitatore prova una condizione di ‘estraniamento’ dal suo tempo specifico.

Giunta, S. (2023). Le strutture narrative dello Steri. Carlo Scarpa a Palermo (1972-78). In G. Marucci (a cura di), La città dei desideri (pp. 85-88). Milano : DI BAIO.

Le strutture narrative dello Steri. Carlo Scarpa a Palermo (1972-78)

Giunta, Santo
2023-01-01

Abstract

Nel 1972 Carlo Scarpa (1906-1978) inizia una ‘consulenza, per il titolare della cattedra di Restauro dei monumenti alla Facoltà di Architettura, Roberto Calandra (1915-2015), infatti, ha assunto per l’ateneo di Palermo, di redigere un progetto di architettura degli interni che, sotto il controllo della Soprintendenza, trovi una nuova destinazione come sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Palermo. Studiare e rileggere gli elaborati redatti da Scarpa significa condividerne la ricerca continua, nella consapevolezza rispettosa del ruolo del maestro veneziano. Questa rilettura critica, oggetto di un nostro recente studio pubblicato da Marsilio 2022 dal titolo “L'istinto della bellezza. Carlo Scarpa a Palermo” ha consentito di sviluppare alcune considerazioni sulla strategia dei percorsi che, spazio dopo spazio, egli definisce all’interno dello Steri. Carlo Scarpa ha sviluppato anche per lo Steri un’idea progettuale architettonica di discontinuità (con il passato) che, come una linea costante, parte dal rilievo per comprendere la forma strutturale dello spazio basico di tutta la fabbrica. Il saggio si sofferma su un elemento cardine, una finestra rettangolare dal taglio stretto e orizzontale, che scorre su se stessa verso il basso. Da questa finestra su Piazza Marina la vista è impedita ormai da troppo tempo. Qui descriviamo un nostro convincimento: la visione dall’alto delle radici aeree emergenti del Ficus e la luce che entra, ‘strutturata’ dai riquadri dell’infisso in ferro, sono un colpo d’occhio che incanta e lascia senza parole il visitatore. Scarpa si è posto come obiettivo la definizione di questa sequenza particolare, dove materiali, colori e forme attentamente studiate hanno un obbiettivo preciso: in questo luogo sospeso il visitatore prova una condizione di ‘estraniamento’ dal suo tempo specifico.
2023
Giunta, S. (2023). Le strutture narrative dello Steri. Carlo Scarpa a Palermo (1972-78). In G. Marucci (a cura di), La città dei desideri (pp. 85-88). Milano : DI BAIO.
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