La Prima Guerra mondiale - quella ‘Grande Guerra’, come la definirono i contemporanei che pensavano che nessun altro conflitto avrebbe potuto mai eguagliare per dimensioni e atrocità quello che avevano vissuto - non ha di certo ‘occupato’ il territorio della Letteratura, com’è ben noto, meno delle altre che l’hanno preceduta o seguita nell’ossessiva rincorsa all’autodistruzione cui una umanità cieca sembra non stancarsi mai di volersi impegnare. La cultura europea, posta improvvisamente innanzi ai mutamenti radicali proposti dall’avvento della modernità, ne resta profondamente traumatizzata; e la produzione letteraria, risentendo in modo decisivo di quella cruda e dolorosa realtà vissuta dagli individui, finisce per diventarne, in qualche modo, l’espressione diretta. Il tema bellico gode immediatamente di una martellante circolazione all’interno di uno sterminato numero di scritti appartenenti ad ogni genere letterario, vergati da scrittori d’ogni nazionalità, rimasti sconvolti, quale che fosse la bandiera sotto la quale essi si trovarono a combattere e quale che fosse l’ideologia di appartenenza, dalla efferatezza di cui si dimostrò capace, come non mancò di rilevare subito Sigmund Freud, un’umanità che pensava di appartenere alla più alta delle civiltà e che dovette registrare, viceversa, una ferocia fino ad allora inaudita dell’evento bellico. Lavori di ampio respiro storiografico testimoniano come la ricerca condotta sulla Grande Guerra vada sempre più avvalendosi di una lucida analisi del binomio storia-memoria e come, da alcuni anni a questa parte, abbia ormai intrapreso, affrancandosi dalla tradizionale visione ‘nazionalistica’, il cammino di uno studio in chiave comparatistica, nell’ottica della storia culturale e in una prospettiva transnazionale di quell’evento storico che riguardò, per l’appunto, non le singole Nazioni, bensì l’intero Mondo. Si tratta di un nuovo approccio storiografico, che viene a porsi all’incrocio fra la Storia e la Letteratura, i cui frutti stanno producendo nuovi e stimolanti campi di indagine anche nell’ambito degli studi storico-letterari. Prendendo avvio dalle folgoranti affermazioni di Benjamin e di Valéry, e sulla base di tali considerazioni preliminari, ci si sofferma qui, in special modo, sugli scritti vergati da scrittrici e scrittori di diverse nazionalità, alcuni dei quali, pur partiti per il fronte allo scoppio delle ostilità con l’animo profondamente permeato del mito della Guerra, perverranno poi a rifiutarlo in modo sempre più consapevole, ripugnandolo insieme ad una serie di altri convincimenti dei quali erano stati pugnaci alfieri. Si tratta di una tipologia di testi che con la rimemorazione dell’evento bellico contribuiscono a restituire al lettore, pur se in modo non sempre consapevole da parte dell’autore, tutta la cruda realtà vissuta, palesando una sorprendente consonanza ideo-culturale operante in individui impegnati, nel corso del conflitto, su fronti avversi. È stata la Letteratura, in definitiva, a squarciare i veli, restituendo tutto l’orrore di quella follìa collettiva dalla quale fu investito l’intero Pianeta. Quella Letteratura che resta il solo strumento capace, nel recupero memoriale, di offrire, con la ricca variegatura di forme e di toni di narrazione (diaristica, memorialistica, epica, propaganda, denuncia, novelle, racconti, romanzi), ampi spazi all’analisi dei fatti storici, garantendo anche, in modo contestuale, la libertà di applicazione di moduli stilistici e di interpretazioni ideologiche a volte anche molto diversi. Perché è proprio lì, nelle pagine che quegli scrittori hanno vergato per i loro lettori, ricreando nel loro animo la Grande Guerra e lasciandosene inspirare, che si può trovare ciò che provarono coloro che ne furono tragicamente coinvolti.

Santangelo, G.S. (2011). Appunti di lettura per un inventario sulla memorialistica della Grande Guerra. ATTI DELLA ACCADEMIA DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI DI PALERMO. PARTE SECONDA: LETTERE, vol. I(s. VI, vol. I, 2009/2010), 339-360.

Appunti di lettura per un inventario sulla memorialistica della Grande Guerra

SANTANGELO, Giovanni Saverio
2011-01-01

Abstract

La Prima Guerra mondiale - quella ‘Grande Guerra’, come la definirono i contemporanei che pensavano che nessun altro conflitto avrebbe potuto mai eguagliare per dimensioni e atrocità quello che avevano vissuto - non ha di certo ‘occupato’ il territorio della Letteratura, com’è ben noto, meno delle altre che l’hanno preceduta o seguita nell’ossessiva rincorsa all’autodistruzione cui una umanità cieca sembra non stancarsi mai di volersi impegnare. La cultura europea, posta improvvisamente innanzi ai mutamenti radicali proposti dall’avvento della modernità, ne resta profondamente traumatizzata; e la produzione letteraria, risentendo in modo decisivo di quella cruda e dolorosa realtà vissuta dagli individui, finisce per diventarne, in qualche modo, l’espressione diretta. Il tema bellico gode immediatamente di una martellante circolazione all’interno di uno sterminato numero di scritti appartenenti ad ogni genere letterario, vergati da scrittori d’ogni nazionalità, rimasti sconvolti, quale che fosse la bandiera sotto la quale essi si trovarono a combattere e quale che fosse l’ideologia di appartenenza, dalla efferatezza di cui si dimostrò capace, come non mancò di rilevare subito Sigmund Freud, un’umanità che pensava di appartenere alla più alta delle civiltà e che dovette registrare, viceversa, una ferocia fino ad allora inaudita dell’evento bellico. Lavori di ampio respiro storiografico testimoniano come la ricerca condotta sulla Grande Guerra vada sempre più avvalendosi di una lucida analisi del binomio storia-memoria e come, da alcuni anni a questa parte, abbia ormai intrapreso, affrancandosi dalla tradizionale visione ‘nazionalistica’, il cammino di uno studio in chiave comparatistica, nell’ottica della storia culturale e in una prospettiva transnazionale di quell’evento storico che riguardò, per l’appunto, non le singole Nazioni, bensì l’intero Mondo. Si tratta di un nuovo approccio storiografico, che viene a porsi all’incrocio fra la Storia e la Letteratura, i cui frutti stanno producendo nuovi e stimolanti campi di indagine anche nell’ambito degli studi storico-letterari. Prendendo avvio dalle folgoranti affermazioni di Benjamin e di Valéry, e sulla base di tali considerazioni preliminari, ci si sofferma qui, in special modo, sugli scritti vergati da scrittrici e scrittori di diverse nazionalità, alcuni dei quali, pur partiti per il fronte allo scoppio delle ostilità con l’animo profondamente permeato del mito della Guerra, perverranno poi a rifiutarlo in modo sempre più consapevole, ripugnandolo insieme ad una serie di altri convincimenti dei quali erano stati pugnaci alfieri. Si tratta di una tipologia di testi che con la rimemorazione dell’evento bellico contribuiscono a restituire al lettore, pur se in modo non sempre consapevole da parte dell’autore, tutta la cruda realtà vissuta, palesando una sorprendente consonanza ideo-culturale operante in individui impegnati, nel corso del conflitto, su fronti avversi. È stata la Letteratura, in definitiva, a squarciare i veli, restituendo tutto l’orrore di quella follìa collettiva dalla quale fu investito l’intero Pianeta. Quella Letteratura che resta il solo strumento capace, nel recupero memoriale, di offrire, con la ricca variegatura di forme e di toni di narrazione (diaristica, memorialistica, epica, propaganda, denuncia, novelle, racconti, romanzi), ampi spazi all’analisi dei fatti storici, garantendo anche, in modo contestuale, la libertà di applicazione di moduli stilistici e di interpretazioni ideologiche a volte anche molto diversi. Perché è proprio lì, nelle pagine che quegli scrittori hanno vergato per i loro lettori, ricreando nel loro animo la Grande Guerra e lasciandosene inspirare, che si può trovare ciò che provarono coloro che ne furono tragicamente coinvolti.
2011
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria E Letterature Comparate
Santangelo, G.S. (2011). Appunti di lettura per un inventario sulla memorialistica della Grande Guerra. ATTI DELLA ACCADEMIA DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI DI PALERMO. PARTE SECONDA: LETTERE, vol. I(s. VI, vol. I, 2009/2010), 339-360.
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