Il contributo esamina Il ruolo svolto dall’OCSE e dall’Unione Europea nello sviluppo di possibili modelli di tassazione dell'econima digitale, distinguendo tre fasi. La prima è stata definita come fase della “neutralità”, poiché l’economia digitale è stata considerata alla stregua dell’economia tradizionale e, pertanto, l’approccio fiscale nei suoi confronti doveva essere neutrale, cioè non diverso da quello che ha storicamente caratterizzato l’economia tradizionale a livello internazionale. La seconda è stata definita come fase del “contrasto” poiché, muovendo dalla consapevolezza che l’applicazione degli strumenti della digitalizzazione all’economia tradizionale aveva consentito alle imprese, soprattutto alle multinazionali attive nel settore digitale, delle forme di arbitraggio fiscale, sono state elaborate misure volte a contrastare siffatti fenomeni. La terza fase – tuttora in corso – è stata definita come quella in cui al contrasto è stato abbinato l’“adattamento”, perché è sopraggiunta la convinzione che l’economia digitale abbia sue peculiarità che la rendono diversa da quella tradizionale. Dunque, l’obiettivo non è stato solo quello di contrastare manovre di riduzione del carico fiscale da parte delle imprese che operano nel (o attraverso il) web, ma anche quello di adattare la fiscalità al contesto digitale cercando di risolvere i problemi connessi all’individuazione della porzione di valore tassabile (“cosa” tassare) e alla ripartizione della sovranità fiscale fra gli Stati (“dove” tassare).
Perrone, A. (2023). L’excursus evolutivo fra l’OCSE e l’Unione Europea. In L. Del Federico, F. Paparella (a cura di), DIRITTO TRIBUTARIO DIGITALE (pp. 25-40). Pisa : Pacini Giuridica.
L’excursus evolutivo fra l’OCSE e l’Unione Europea
Perrone, A
2023-03-01
Abstract
Il contributo esamina Il ruolo svolto dall’OCSE e dall’Unione Europea nello sviluppo di possibili modelli di tassazione dell'econima digitale, distinguendo tre fasi. La prima è stata definita come fase della “neutralità”, poiché l’economia digitale è stata considerata alla stregua dell’economia tradizionale e, pertanto, l’approccio fiscale nei suoi confronti doveva essere neutrale, cioè non diverso da quello che ha storicamente caratterizzato l’economia tradizionale a livello internazionale. La seconda è stata definita come fase del “contrasto” poiché, muovendo dalla consapevolezza che l’applicazione degli strumenti della digitalizzazione all’economia tradizionale aveva consentito alle imprese, soprattutto alle multinazionali attive nel settore digitale, delle forme di arbitraggio fiscale, sono state elaborate misure volte a contrastare siffatti fenomeni. La terza fase – tuttora in corso – è stata definita come quella in cui al contrasto è stato abbinato l’“adattamento”, perché è sopraggiunta la convinzione che l’economia digitale abbia sue peculiarità che la rendono diversa da quella tradizionale. Dunque, l’obiettivo non è stato solo quello di contrastare manovre di riduzione del carico fiscale da parte delle imprese che operano nel (o attraverso il) web, ma anche quello di adattare la fiscalità al contesto digitale cercando di risolvere i problemi connessi all’individuazione della porzione di valore tassabile (“cosa” tassare) e alla ripartizione della sovranità fiscale fra gli Stati (“dove” tassare).File | Dimensione | Formato | |
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