Il contributo mira ad esaminare i riferimenti al fenomeno della risata nel contesto della Coena Trimalchionis, narrata ai capp. 27-78 del Satyricon petroniano. Le occasioni di riso che si vengono a creare nel corso della cena presso il ricco liberto – contesto in cui il dislivello sociale e culturale tra i personaggi di scuola ed gli indocti è costantemente sottoposto all’attenzione del lettore – evidenziano infatti una forte distorsione delle dinamiche di potere in ambito conviviale. L’atteggiamento di scherno nei confronti dei liberti da parte degli scholastici, spesso costretti a trattenere l’ilarità di fronte alle trovate ed ai discorsi dalla profonda bassezza culturale di Trimalchione e dei suoi, fa emergere spesso momenti di tensione, che culminano, al capitolo 61, nel monologo di Nicerote, il quale, accingendosi a narrare la propria novella, esprime il timore di essere deriso dagli uomini di scuola. Il personaggio di Nicerote, che dovrebbe rivestire in tutto e per tutto il classico ruolo del parassita in ambiente conviviale, cerca, con l’espressione di questo timore, di prendere le distanze dal disprezzo che tale ruolo comporta: egli è, a parere di chi scrive, l’esempio più lampante di come Petronio abbia sfruttato il motivo del riso per ribaltare topiche di un genere letterario, quello della commedia, la cui presenza nel Satyricon è praticamente sempre proposta in termini di analogia.

Roberta Maria Ballaccomo (2022). Riso, potere e modelli letterari nella Coena Trimalchionis. In R.M. Ballaccomo, S. Gennaro, M. Rosato, F. Sunseri (a cura di), Una risata non ci seppellirà. Ridere o piangere, tra leggerezza e paura, lingue e letterature, scritture e mass media (pp. 3-27).

Riso, potere e modelli letterari nella Coena Trimalchionis

Roberta Maria Ballaccomo
2022-01-01

Abstract

Il contributo mira ad esaminare i riferimenti al fenomeno della risata nel contesto della Coena Trimalchionis, narrata ai capp. 27-78 del Satyricon petroniano. Le occasioni di riso che si vengono a creare nel corso della cena presso il ricco liberto – contesto in cui il dislivello sociale e culturale tra i personaggi di scuola ed gli indocti è costantemente sottoposto all’attenzione del lettore – evidenziano infatti una forte distorsione delle dinamiche di potere in ambito conviviale. L’atteggiamento di scherno nei confronti dei liberti da parte degli scholastici, spesso costretti a trattenere l’ilarità di fronte alle trovate ed ai discorsi dalla profonda bassezza culturale di Trimalchione e dei suoi, fa emergere spesso momenti di tensione, che culminano, al capitolo 61, nel monologo di Nicerote, il quale, accingendosi a narrare la propria novella, esprime il timore di essere deriso dagli uomini di scuola. Il personaggio di Nicerote, che dovrebbe rivestire in tutto e per tutto il classico ruolo del parassita in ambiente conviviale, cerca, con l’espressione di questo timore, di prendere le distanze dal disprezzo che tale ruolo comporta: egli è, a parere di chi scrive, l’esempio più lampante di come Petronio abbia sfruttato il motivo del riso per ribaltare topiche di un genere letterario, quello della commedia, la cui presenza nel Satyricon è praticamente sempre proposta in termini di analogia.
2022
Roberta Maria Ballaccomo (2022). Riso, potere e modelli letterari nella Coena Trimalchionis. In R.M. Ballaccomo, S. Gennaro, M. Rosato, F. Sunseri (a cura di), Una risata non ci seppellirà. Ridere o piangere, tra leggerezza e paura, lingue e letterature, scritture e mass media (pp. 3-27).
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