Ragionare di postverità e diritto penale non è semplice: il tema è sfuggente, in continuo divenire e pone questioni delicatissime, tra le quali è arduo muoversi con equilibrio. Per questa ragione, quello che segue, più che un contributo “a tesi”, è un tentativo di sollevare problemi: non abbiamo una posizione conclusiva da proporre in merito alla criminalizzazione del discorso postveritiero, se sia la cosa giusta da fare all things considered. Da qui anche l’idea del dialogo, che va letto come un abbozzo di discussione, non come l’offerta di incontrovertibili soluzioni. La struttura dialogica dello scritto non rispecchia le posizioni ora dell’uno ora dell’altro dei due autori (per questo i partecipanti non sono indicati coi nostri nomi); essa serve solo a rendere visibile la natura più problematica che assertiva del testo, nonché il travaglio discorsivo che lo ha condotto a stesura. La risposta alla domanda che sta nel titolo, insomma, la affidiamo ai nostri vaniloquenti personaggi, nei quali non ci identifichiamo affatto, e dai quali, anzi, tutto sommato ci dissociamo.
Spena, A., Vallini, A. (2022). Criminalizzare la postverità? Un dialogo postvero. In C. Piergallini, G. Mannozzi, C. Sotis, C. Perini, M. Scoletta, F. Consulich (a cura di), Studi in onore di Carlo Enrico Paliero (pp. 237-257). Giuffrè.
Criminalizzare la postverità? Un dialogo postvero
Spena, A;
2022-01-01
Abstract
Ragionare di postverità e diritto penale non è semplice: il tema è sfuggente, in continuo divenire e pone questioni delicatissime, tra le quali è arduo muoversi con equilibrio. Per questa ragione, quello che segue, più che un contributo “a tesi”, è un tentativo di sollevare problemi: non abbiamo una posizione conclusiva da proporre in merito alla criminalizzazione del discorso postveritiero, se sia la cosa giusta da fare all things considered. Da qui anche l’idea del dialogo, che va letto come un abbozzo di discussione, non come l’offerta di incontrovertibili soluzioni. La struttura dialogica dello scritto non rispecchia le posizioni ora dell’uno ora dell’altro dei due autori (per questo i partecipanti non sono indicati coi nostri nomi); essa serve solo a rendere visibile la natura più problematica che assertiva del testo, nonché il travaglio discorsivo che lo ha condotto a stesura. La risposta alla domanda che sta nel titolo, insomma, la affidiamo ai nostri vaniloquenti personaggi, nei quali non ci identifichiamo affatto, e dai quali, anzi, tutto sommato ci dissociamo.File | Dimensione | Formato | |
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