Scopo del lavoro: Scopo principale del nostro studio è stato quello di analizzare la possibile relazione tra aumento della rigidità aortica e progressione della malattia renale cronica in un gruppo di pazienti ipertesi nefropatici, endpoint secondari riguardavano l’eventuale ruolo prognostico della pulse wave velocity (PWV) sugli eventi cardiovascolari (CV) e sulla mortalità totale. Materiali e metodi: sono stati arruolati 395 pazienti che sono stati sottoposti a esami bioumorali, monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa e stima della stiffness aortica mediante dispositivo oscillometrico Arteriograph. Sono stati inoltre registrati i dati relativi all’insorgenza di eventi cardiovascolari, mortalità e progressione della malattia renale. Risultati: L’intera popolazione è stata suddivisa in due gruppi sulla base del valore soglia di PWV >10 m/s. I pazienti con PWV>10 m/s presentavano livelli significativamente più elevati di pressione di polso, uricemia ed età e un eGFR significativamente inferiore rispetto al gruppo con PWV<10 m/s. Alla regressione di Cox, la PWV predice un rapido declino della funzione renale, indipendentemente dall’eGFR, dall’età, dal tabagismo, dal sesso e dai valori pressori (HR 1,784, p=0,0082). Il cut-off che meglio discrimina i progressors dai non progressors, ottenuto mediante indice di Youden, si attesta a 9,99 m/s. Per quanto attiene alla mortalità, l’analisi di regressione ha mostrato un significativo aumento della probabilità di decesso precoce nei soggetti con PWV>10 m/s (best cut-off 12,3 m/s), tale associazione significativa permane dopo correzione per fattori confondenti. Riguardo l’insorgenza di eventi cardiovascolari, l’incidenza di questi ultimi è significativamente associata a un aumento della PWV, il cui best cut-off si attesta a 10,22 m/s. Conclusioni: Il nostro studio, il primo condotto utilizzando un dispositivo oscillometrico per la stima della PWV, conferma l’importanza dell’impiego della PWV nella stratificazione del rischio CV e renale dei pazienti ipetesi e nefropatici
Mule' Giuseppe , Sorce Alessandra , Angileri Giuseppina , Vario Maria Giovanna, Calandra Leonardo, Iacono Francesco, et al. (2022). STIFFNESS AORTICA STIMATA MEDIANTE METODICA OSCILLOMETRICA E PROGRESSIONE DEL DANNO RENALE IN PAZIENTI IPERTESI NEFROPATICI. GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA, S79.
STIFFNESS AORTICA STIMATA MEDIANTE METODICA OSCILLOMETRICA E PROGRESSIONE DEL DANNO RENALE IN PAZIENTI IPERTESI NEFROPATICI
Mule' Giuseppe
;Angileri Giuseppina;Vario Maria Giovanna;Calandra Leonardo;Iacono Francesco;Cottone Santina
2022-10-01
Abstract
Scopo del lavoro: Scopo principale del nostro studio è stato quello di analizzare la possibile relazione tra aumento della rigidità aortica e progressione della malattia renale cronica in un gruppo di pazienti ipertesi nefropatici, endpoint secondari riguardavano l’eventuale ruolo prognostico della pulse wave velocity (PWV) sugli eventi cardiovascolari (CV) e sulla mortalità totale. Materiali e metodi: sono stati arruolati 395 pazienti che sono stati sottoposti a esami bioumorali, monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa e stima della stiffness aortica mediante dispositivo oscillometrico Arteriograph. Sono stati inoltre registrati i dati relativi all’insorgenza di eventi cardiovascolari, mortalità e progressione della malattia renale. Risultati: L’intera popolazione è stata suddivisa in due gruppi sulla base del valore soglia di PWV >10 m/s. I pazienti con PWV>10 m/s presentavano livelli significativamente più elevati di pressione di polso, uricemia ed età e un eGFR significativamente inferiore rispetto al gruppo con PWV<10 m/s. Alla regressione di Cox, la PWV predice un rapido declino della funzione renale, indipendentemente dall’eGFR, dall’età, dal tabagismo, dal sesso e dai valori pressori (HR 1,784, p=0,0082). Il cut-off che meglio discrimina i progressors dai non progressors, ottenuto mediante indice di Youden, si attesta a 9,99 m/s. Per quanto attiene alla mortalità, l’analisi di regressione ha mostrato un significativo aumento della probabilità di decesso precoce nei soggetti con PWV>10 m/s (best cut-off 12,3 m/s), tale associazione significativa permane dopo correzione per fattori confondenti. Riguardo l’insorgenza di eventi cardiovascolari, l’incidenza di questi ultimi è significativamente associata a un aumento della PWV, il cui best cut-off si attesta a 10,22 m/s. Conclusioni: Il nostro studio, il primo condotto utilizzando un dispositivo oscillometrico per la stima della PWV, conferma l’importanza dell’impiego della PWV nella stratificazione del rischio CV e renale dei pazienti ipetesi e nefropaticiFile | Dimensione | Formato | |
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