Agli inizi dello sviluppo del turismo, fare turismo significava essenzialmente trasferirsi per un periodo di tempo più o meno lungo non superiore ad un anno in un luogo diverso da quello da quello abituale e soddisfare l’esigenza in un luogo gradevole e funzionale e con poche esigenze essenziali (fare il bagno al mare, passeggiare in un luogo diverso dall’abituale, sciare in montagna, ecc.). Oggi nel fare turismo è sempre più importante il “cosa fare” e il “come farlo” e la località tende quindi ad essere valutata e prescelta in ragione della capacità di garantire una soddisfazione turistica non solo attrattiva, che convince il turista a muoversi verso di essa, ma occorre garantire servizi, strutture e infrastrutture che consentano di fare ciò che il turista si aspetta da fare in quel luogo. Il punto di criticità nel passaggio da una località turistica dotata di attrattori ad una destinazione che integra questi ultimi con un mix ampio e coordinato di attrattive e di attività rivolte a soddisfare la domanda di soggiorno è costituito dalla organizzazione dell’offerta. La categoria analitica del “sistema” assume nel turismo una valenza particolare dato che la domanda del turista si rivolge al territorio da visitare visto come un unicum, ossia come un bene composito all’interno del quale confluiscono beni pubblici, beni e servizi privati ai quali (tutti) si richiede coerenza ed integrazione: soltanto in questo modo emerge l’amalgama del sistema, ossia il tratto che identifica una destinazione turistica in senso proprio. Il lavoro affronta il tema della organizzazione dell’offerta turistica. Dopo averne evidenziato l’importanza sia in termini analitici che con riferimento a casi concreti di sviluppo turistico territoriale, il lavoro è stato concentrato su alcune tipologie di relazioni contrattuali che coinvolgono gli attori di una destinazione turistica. In particolare, sono state studiate le condizioni strutturali e comportamentali che possono facilitare – o che al contrario possono ostacolare – l’allineamento delle azioni dei contraenti rispetto agli obiettivi collettivi di sviluppo. In altri termini, sono stati esaminati le forme contrattuali che permettono di coordinare l’azione degli stockholder nel rispetto dei “vincoli di partecipazione” di ciascuno (interesse privato) e degli obiettivi “collettivi” di sviluppo. L’attenzione è stata posta sui club di prodotto, ossia sui contratti associativi che governano la cooperazione di produttori che condividono protocolli di produzione, marchi e strategie di comunicazione. I club di prodotto sono stati esaminati sotto il duplice profilo delle condizioni necessarie per la loro formazione e di quelle che devono sussistere per la loro stabilità. Nel lavoro sono state prese in esame di alcune esperienze di club di prodotto al fine di porne in evidenza, anche sulla scorta dell’analisi che precede, i fattori alla base del loro successo/insuccesso.

Anselmi, F.A., Purpura, A. (2010). I vincoli organizzativi alla formazione dei sistemi turistici locali: i Club di prodotto. In A.M. Parroco, F. Vaccina (a cura di), Mobilità e altri comportamentei dei turisti: studi e ricerche a confronto (pp. 91-100). Milano : McGraw-Hill.

I vincoli organizzativi alla formazione dei sistemi turistici locali: i Club di prodotto

ANSELMI, Francesco Antonio;PURPURA, Antonio
2010-01-01

Abstract

Agli inizi dello sviluppo del turismo, fare turismo significava essenzialmente trasferirsi per un periodo di tempo più o meno lungo non superiore ad un anno in un luogo diverso da quello da quello abituale e soddisfare l’esigenza in un luogo gradevole e funzionale e con poche esigenze essenziali (fare il bagno al mare, passeggiare in un luogo diverso dall’abituale, sciare in montagna, ecc.). Oggi nel fare turismo è sempre più importante il “cosa fare” e il “come farlo” e la località tende quindi ad essere valutata e prescelta in ragione della capacità di garantire una soddisfazione turistica non solo attrattiva, che convince il turista a muoversi verso di essa, ma occorre garantire servizi, strutture e infrastrutture che consentano di fare ciò che il turista si aspetta da fare in quel luogo. Il punto di criticità nel passaggio da una località turistica dotata di attrattori ad una destinazione che integra questi ultimi con un mix ampio e coordinato di attrattive e di attività rivolte a soddisfare la domanda di soggiorno è costituito dalla organizzazione dell’offerta. La categoria analitica del “sistema” assume nel turismo una valenza particolare dato che la domanda del turista si rivolge al territorio da visitare visto come un unicum, ossia come un bene composito all’interno del quale confluiscono beni pubblici, beni e servizi privati ai quali (tutti) si richiede coerenza ed integrazione: soltanto in questo modo emerge l’amalgama del sistema, ossia il tratto che identifica una destinazione turistica in senso proprio. Il lavoro affronta il tema della organizzazione dell’offerta turistica. Dopo averne evidenziato l’importanza sia in termini analitici che con riferimento a casi concreti di sviluppo turistico territoriale, il lavoro è stato concentrato su alcune tipologie di relazioni contrattuali che coinvolgono gli attori di una destinazione turistica. In particolare, sono state studiate le condizioni strutturali e comportamentali che possono facilitare – o che al contrario possono ostacolare – l’allineamento delle azioni dei contraenti rispetto agli obiettivi collettivi di sviluppo. In altri termini, sono stati esaminati le forme contrattuali che permettono di coordinare l’azione degli stockholder nel rispetto dei “vincoli di partecipazione” di ciascuno (interesse privato) e degli obiettivi “collettivi” di sviluppo. L’attenzione è stata posta sui club di prodotto, ossia sui contratti associativi che governano la cooperazione di produttori che condividono protocolli di produzione, marchi e strategie di comunicazione. I club di prodotto sono stati esaminati sotto il duplice profilo delle condizioni necessarie per la loro formazione e di quelle che devono sussistere per la loro stabilità. Nel lavoro sono state prese in esame di alcune esperienze di club di prodotto al fine di porne in evidenza, anche sulla scorta dell’analisi che precede, i fattori alla base del loro successo/insuccesso.
2010
Anselmi, F.A., Purpura, A. (2010). I vincoli organizzativi alla formazione dei sistemi turistici locali: i Club di prodotto. In A.M. Parroco, F. Vaccina (a cura di), Mobilità e altri comportamentei dei turisti: studi e ricerche a confronto (pp. 91-100). Milano : McGraw-Hill.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/58291
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