Visioni dell’America. Viaggio, spazialità e narrazione in De Amicis e Amado

Travel literature, from the point of view of Cultural Geography, can be an opportunity to study dynamics concerning the symbolic (re)production used to depict and represent key-concepts such as space, landscapes and human interactions. The present work, using as references some crucial extracts from In America (1897) by De Amicis and A ronda das Américas (Around the Americas-2001) by Amado, aims at studying from a cultural-geographic and semiotic point of view, the various ways in which physical and symbolic spaces are described – including «frontiers» – and how social life and human interactions are narrated by the above mentioned authors. The comparison between these two works is not only an analysis based on differences and similarities, culturally and diachronically, but rather a study focusing on De Amicis and Amado’s textualizations. Not only do their texts reflect a point of view filtered by each author’s cultural and geographic background but this bias approach often results in totally different, if not complementary ways of viewing America.

Nella prospettiva della geografia culturale l’odeporica offre l’opportunità di studiare alcune dinamiche di (ri)produzione simbolica relative al modo di concepire e rappresentare concetti chiave quali lo spazio, il paesaggio e le interazioni umane. Questo lavoro, partendo dall’analisi di alcuni brani significativi di due raccolte di scritti, In America (1897) di Edmondo De Amicis e In giro per le Americhe (2001) di Jorge Amado, studia, con un approccio geografico-culturale e semiotico, le modalità di costruzione e descrizione dello spazio fisico e simbolico comprese le «frontiere», nonché le interazioni e la socialità attraverso la testualizzazione di esperienze diverse. La comparazione fra i due autori e le due opere permette di studiare le differenze o le similarità, culturali e diacroniche, tra De Amicis e Amado, che articolano sia sguardi interni alle rispettive culture di appartenenza, sia sguardi eterodiretti, producendo visioni diverse o complementari dell’America.