Se negli ultimi anni l’interesse e il dibattito sull’arte nello spazio pubblico è crescente - nelle molteplici declinazioni di arte partecipata, partecipativa, engagé - è la street art ad essere oggi il linguaggio visuale prediletto. Una forma di arte urbana che sta diventando virale, connotando lo spazio e situandosi spesso al suo margine, nelle zone al limite. Nata come anti-capitalista e ribelle, considerata da alcuni un fastidio, da altri uno strumento per comunicare opinioni di dissenso, oggi la street art sembra perdere il suo carattere informale e underground per entrare in programmi istituzionali di rigenerazione urbana, promossa da amministrazioni e istituzioni culturali, diventando spesso innocuamente e pacatamente rassicurante e incontrando retoriche legate alla bellezza e al beneficio sociale. Palermo non è da meno e alle prime esperienze pionieristiche e informali vede presto aggiungersi programmi istituzionali, tra pubblico e privato, che guardano alla street art come strumento di rigenerazione urbana. Apice di questo processo è la delibera comunale del 24 gennaio 2019, con l’approvazione delle Linee Guida per la Street Art a Palermo e la costituzione di un albo di artisti ‘accreditati’ allo scopo di “migliorare lo stato di degrado di zone periferiche […] e promuovere riqualificazioni urbane attraverso espressioni artistiche”. In questo quadro un laboratorio interessante per analizzare criticamente le politiche e le retoriche che ruotano intorno all’arte come dispositivo di rigenerazione, è costituito dall’esperienza di Danisinni, un rione fra i più marginalizzati della città di Palermo. Qui, a partire dal 2015, sono stati avviati una serie di progetti a forte vocazione artistico-culturale con la finalità esplicita di trasformare Danisinni in “una galleria d’arte a cielo aperto”, anche per via della posizione strategica che il quartiere occupa all’interno dell’itinerario di Palermo Arabo-Normanna, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Questo intervento si propone di indagare criticamente i recenti processi di trasformazione promossi a Danisinni e il ruolo che la street art ha avuto al loro interno, nel tentativo di esplorare le diverse concatenazioni di attori, spazi e pratiche che li hanno accompagnati prima e durante la pandemia.

Giubilaro, C., Crobe, S. (2022). Street art e rigenerazione urbana? Spazio pubblico e immagini di città oltre le retoriche. In F. Amato, V. Amato, S. De Falco, D. La Foresta, L. Simonetti (a cura di), Catene/Chains (pp. 877-882). Società di Studi Geografici.

Street art e rigenerazione urbana? Spazio pubblico e immagini di città oltre le retoriche

Giubilaro, Chiara
;
Crobe, Stefania
2022-01-01

Abstract

Se negli ultimi anni l’interesse e il dibattito sull’arte nello spazio pubblico è crescente - nelle molteplici declinazioni di arte partecipata, partecipativa, engagé - è la street art ad essere oggi il linguaggio visuale prediletto. Una forma di arte urbana che sta diventando virale, connotando lo spazio e situandosi spesso al suo margine, nelle zone al limite. Nata come anti-capitalista e ribelle, considerata da alcuni un fastidio, da altri uno strumento per comunicare opinioni di dissenso, oggi la street art sembra perdere il suo carattere informale e underground per entrare in programmi istituzionali di rigenerazione urbana, promossa da amministrazioni e istituzioni culturali, diventando spesso innocuamente e pacatamente rassicurante e incontrando retoriche legate alla bellezza e al beneficio sociale. Palermo non è da meno e alle prime esperienze pionieristiche e informali vede presto aggiungersi programmi istituzionali, tra pubblico e privato, che guardano alla street art come strumento di rigenerazione urbana. Apice di questo processo è la delibera comunale del 24 gennaio 2019, con l’approvazione delle Linee Guida per la Street Art a Palermo e la costituzione di un albo di artisti ‘accreditati’ allo scopo di “migliorare lo stato di degrado di zone periferiche […] e promuovere riqualificazioni urbane attraverso espressioni artistiche”. In questo quadro un laboratorio interessante per analizzare criticamente le politiche e le retoriche che ruotano intorno all’arte come dispositivo di rigenerazione, è costituito dall’esperienza di Danisinni, un rione fra i più marginalizzati della città di Palermo. Qui, a partire dal 2015, sono stati avviati una serie di progetti a forte vocazione artistico-culturale con la finalità esplicita di trasformare Danisinni in “una galleria d’arte a cielo aperto”, anche per via della posizione strategica che il quartiere occupa all’interno dell’itinerario di Palermo Arabo-Normanna, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Questo intervento si propone di indagare criticamente i recenti processi di trasformazione promossi a Danisinni e il ruolo che la street art ha avuto al loro interno, nel tentativo di esplorare le diverse concatenazioni di attori, spazi e pratiche che li hanno accompagnati prima e durante la pandemia.
2022
Giubilaro, C., Crobe, S. (2022). Street art e rigenerazione urbana? Spazio pubblico e immagini di città oltre le retoriche. In F. Amato, V. Amato, S. De Falco, D. La Foresta, L. Simonetti (a cura di), Catene/Chains (pp. 877-882). Società di Studi Geografici.
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Descrizione: Crobe-Giubilaro, Street art e rigenerazione urbana?
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/579080
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