Dai primi anni del Novecento, senza una precisa definizione legislativa, senza un tessuto normativo coerente ed univoco, la scienza giuridica austro-tedesca ripensò in profondità la nuova realtà economico-sociale dell’Europa industriale, scoprendo e giuridicamente rappresentando, in tempo di «individualismo atomizzante», la dimensione collettiva ed organizzativa del fenomeno imprenditoriale. Il diritto patrimoniale, fino ad allora terreno privilegiato della proprietà, si impregnava di diritto dell’economia, con al centro l’«Unternehmen», quale paradigma collettivo e complesso che, secondo il messaggio divulgato da Ohmeyer, Pisko, Müller-Erzbach, Isay, Geller, ripudiava ogni chiave di lettura semplice, atomistica, individualistica. Lungo un itinerario tracciato da più generazioni di giuristi, dall’emanazione del Codice di commercio tedesco del 1897 fino agli anni Quaranta del Novecento, i protagonisti di quest’avventura scientifica, valorizzando il ruolo attivo dell’interprete ed assumendo il piano economico a punto di partenza dell’analisi giuridica, rilevarono la centralità, nel diritto dell’economia capitalistica, dell’unità organizzativa imprenditoriale, ribaltarono l’impianto e il criterio di applicazione del diritto commerciale, prospettarono, infine, la necessità di un diritto d’impresa, gettando nuova luce sulla disciplina della cessione d’azienda, della concorrenza sleale, dei segni distintivi, delle invenzioni industriali, del fallimento.
MAZZARELLA, F. (2010). La scoperta di un paradigma complesso. L'«Unternehmen» nel diritto commerciale e nella dottrina austro-tedesca del primo Novecento. QUADERNI FIORENTINI PER LA STORIA DEL PENSIERO GIURIDICO MODERNO, 39(39), 299-386.
La scoperta di un paradigma complesso. L'«Unternehmen» nel diritto commerciale e nella dottrina austro-tedesca del primo Novecento
MAZZARELLA, Ferdinando
2010-01-01
Abstract
Dai primi anni del Novecento, senza una precisa definizione legislativa, senza un tessuto normativo coerente ed univoco, la scienza giuridica austro-tedesca ripensò in profondità la nuova realtà economico-sociale dell’Europa industriale, scoprendo e giuridicamente rappresentando, in tempo di «individualismo atomizzante», la dimensione collettiva ed organizzativa del fenomeno imprenditoriale. Il diritto patrimoniale, fino ad allora terreno privilegiato della proprietà, si impregnava di diritto dell’economia, con al centro l’«Unternehmen», quale paradigma collettivo e complesso che, secondo il messaggio divulgato da Ohmeyer, Pisko, Müller-Erzbach, Isay, Geller, ripudiava ogni chiave di lettura semplice, atomistica, individualistica. Lungo un itinerario tracciato da più generazioni di giuristi, dall’emanazione del Codice di commercio tedesco del 1897 fino agli anni Quaranta del Novecento, i protagonisti di quest’avventura scientifica, valorizzando il ruolo attivo dell’interprete ed assumendo il piano economico a punto di partenza dell’analisi giuridica, rilevarono la centralità, nel diritto dell’economia capitalistica, dell’unità organizzativa imprenditoriale, ribaltarono l’impianto e il criterio di applicazione del diritto commerciale, prospettarono, infine, la necessità di un diritto d’impresa, gettando nuova luce sulla disciplina della cessione d’azienda, della concorrenza sleale, dei segni distintivi, delle invenzioni industriali, del fallimento.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Mazzarella, La scoperta di un paradigma complesso (Quaderni fiorentini 2010).pdf
accesso aperto
Dimensione
374.05 kB
Formato
Adobe PDF
|
374.05 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.