In relazione ad una ricerca internazionale volta ad indagare modi di costituzione e di crisi del Pubblico, inteso come insieme di edifici, spazi pubblici, funzioni, processi e pratiche, l’articolo discute la fragilità e la marginalità intrinseche e di fruizione del patrimonio dei beni confiscati, inteso come terzo patrimonio, riconducendole alle sue conoscibilità e accessibilità. Facendo riferimento al territorio comunale di Palermo, la città europea con il più alto numero di beni confiscati alla criminalità mafiosa, l’articolo argomenterà dapprima in termini generali il rapporto fra la frammentazione e l’inadeguatezza dei processi di inventario e la sostanziale inconsapevolezza che consegue a livello amministrativo, politico e poi civico rispetto a questo imponente fondo. In riferimento al sito di Pizzo Sella, la collina sfigurata da centinaia di edifici confiscati, imperturbabili a più di vent’anni dalla sentenza di demolizione, l’articolo porrà poi la questione del rapporto fra l’accessibilità fisica e l’accessibilità alla conoscenza dei processi che hanno costruito i luoghi, come premessa ineludibile per la costruzione di processi di riappropriazione civica dei luoghi ed emancipazione dai loro disvalori originari.
Tesoriere, Z. (2022). Nella città proibita. Conoscibilità, accessibilità e progetto come condizioni per la valorizzazione e il riuso del patrimonio fragile dei beni confiscati. In Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno (CISAV) (a cura di), Saperi territorializzati: Abitare le aree fragili fra accessibilità e consapevolezza (pp. 54-57). CISAV.
Nella città proibita. Conoscibilità, accessibilità e progetto come condizioni per la valorizzazione e il riuso del patrimonio fragile dei beni confiscati
Tesoriere, Zeila
2022-06-01
Abstract
In relazione ad una ricerca internazionale volta ad indagare modi di costituzione e di crisi del Pubblico, inteso come insieme di edifici, spazi pubblici, funzioni, processi e pratiche, l’articolo discute la fragilità e la marginalità intrinseche e di fruizione del patrimonio dei beni confiscati, inteso come terzo patrimonio, riconducendole alle sue conoscibilità e accessibilità. Facendo riferimento al territorio comunale di Palermo, la città europea con il più alto numero di beni confiscati alla criminalità mafiosa, l’articolo argomenterà dapprima in termini generali il rapporto fra la frammentazione e l’inadeguatezza dei processi di inventario e la sostanziale inconsapevolezza che consegue a livello amministrativo, politico e poi civico rispetto a questo imponente fondo. In riferimento al sito di Pizzo Sella, la collina sfigurata da centinaia di edifici confiscati, imperturbabili a più di vent’anni dalla sentenza di demolizione, l’articolo porrà poi la questione del rapporto fra l’accessibilità fisica e l’accessibilità alla conoscenza dei processi che hanno costruito i luoghi, come premessa ineludibile per la costruzione di processi di riappropriazione civica dei luoghi ed emancipazione dai loro disvalori originari.File | Dimensione | Formato | |
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