Negli interventi di gestione integrata del territorio ha assunto particolare importanza, negli ultimi anni, il tema della tutela delle coste. Già nel maggio 2002, il Parlamento Europeo, ha fornito alle Regioni indirizzi generali di pianificazione e criteri di difesa delle coste da prendere come riferimento nell’elaborazione di piani e programmi di gestione integrata in modo da contenere il cosiddetto “rischio costiero”. Tale fenomeno è causato da diversi fattori che agiscono su due versanti distinti. Da un lato, le pressioni sul territorio prodotte, ad esempio, dall’innalzamento del livello del mare, dalla cementificazione delle coste, dal mancato apporto di sedimenti, dall’altro, quello legato all’incremento dell’urbanizzazione nella fascia costiera che ha determinato un forte impatto ambientale. Per far fronte al problema ed integrare le diverse operazioni di tutela, ripristino e valorizzazione del sistema costiero, alcune Amministrazioni, in ambito di programmazione regionale e locale, hanno realizzato interventi di protezione dei litorali (alcuni sono in corso di esecuzione), attuando sia provvedimenti programmati e finalizzati al recupero di spiagge e degli habitat costieri, sia interventi di emergenza, per difendere strade, ferrovie e abitazioni prossime al mare, sia misure di difesa sperimentali. Prevalentemente le opere di difesa riguardano la messa in opera di sistemi di protezione che mirano a ridurre l’energia delle correnti litoranee e del moto ondoso, favorendo così localmente la deposizione dei sedimenti e quindi limitando l'arretramento della linea di riva o addirittura favorendone l'avanzamento. Tra questi ricordiamo ad esempio le scogliere frangiflutti, le difese radenti, i pennelli, i ripascimenti (prelievi di sabbia da fondali profondi e sua ridistribuzione sui litorali in erosione), i dragaggi nelle aree portuali,etc. Alcune Regioni come Sicilia, Sardegna e Calabria, hanno inserito le tematiche nel Piano Operativo Regionale (P.O.R.). mentre altre, come Lazio, Abruzzo, Liguria, Marche, Toscana, Emilia Romagna, hanno disciplinato la materia mediante leggi, norme tecniche e piani territoriali. Le coste della Sicilia risultano, purtroppo, fortemente antropizzate e sono pochi i tratti ancora incontaminati. Fra questi rientra senza dubbio la costa della provincia agrigentina, in particolare la costa siculianese, di indiscutibile bellezza paesaggistica e di elevato valore naturalistico, che comprende la Riserva Naturale “Torre Salsa”, che prende il nome dall’omonima Torre, opera dell’architetto militare Camillo Camilliani intorno al 1582, di circa 740 Ha. La Riserva rientra tra i Siti di Interesse Comunitario(S.I.C.) ed ha una lunga e travagliata storia; svariate le vicende che si sono susseguite nel tempo prima dell’istituzione ufficiale avvenuta il 19 giugno 2000, attualmente è gestita dal WWF Italia, che organizza su richiesta visite guidate e campi estivi. Per la sua ubicazione può assumere le caratteristiche di cerniera fra le province di Trapani ed Agrigento, l’ambito di gravitazione della riserva comprende Cattolica Eraclea, Montallegro, Ribera, Realmonte, Siculiana, comuni che sono disposti a corona sull’arco del litorale che va da Capo Bianco a Giallonardo. Purtroppo tale tratto di costa, risulta oggi esposto a numerose minacce, che possono compromettere seriamente l'integrità del patrimonio naturale e paesaggistico. Per queste ragioni riteniamo utile far conoscere uno studio effettuato alcuni anni fa che mette in risalto le caratteristiche dei luoghi.

Cilona, T. (2009). Il litorale di Siculiana Marina e la riserva di Torre Salsa: tutela e valorizzazione. In G. ABBATE, A. GIAMPINO, M. ORLANDO, V. TODARO (a cura di), Territori Costieri (pp. 92-100). MILANO : Franco Angeli.

Il litorale di Siculiana Marina e la riserva di Torre Salsa: tutela e valorizzazione

CILONA, Teresa
2009-01-01

Abstract

Negli interventi di gestione integrata del territorio ha assunto particolare importanza, negli ultimi anni, il tema della tutela delle coste. Già nel maggio 2002, il Parlamento Europeo, ha fornito alle Regioni indirizzi generali di pianificazione e criteri di difesa delle coste da prendere come riferimento nell’elaborazione di piani e programmi di gestione integrata in modo da contenere il cosiddetto “rischio costiero”. Tale fenomeno è causato da diversi fattori che agiscono su due versanti distinti. Da un lato, le pressioni sul territorio prodotte, ad esempio, dall’innalzamento del livello del mare, dalla cementificazione delle coste, dal mancato apporto di sedimenti, dall’altro, quello legato all’incremento dell’urbanizzazione nella fascia costiera che ha determinato un forte impatto ambientale. Per far fronte al problema ed integrare le diverse operazioni di tutela, ripristino e valorizzazione del sistema costiero, alcune Amministrazioni, in ambito di programmazione regionale e locale, hanno realizzato interventi di protezione dei litorali (alcuni sono in corso di esecuzione), attuando sia provvedimenti programmati e finalizzati al recupero di spiagge e degli habitat costieri, sia interventi di emergenza, per difendere strade, ferrovie e abitazioni prossime al mare, sia misure di difesa sperimentali. Prevalentemente le opere di difesa riguardano la messa in opera di sistemi di protezione che mirano a ridurre l’energia delle correnti litoranee e del moto ondoso, favorendo così localmente la deposizione dei sedimenti e quindi limitando l'arretramento della linea di riva o addirittura favorendone l'avanzamento. Tra questi ricordiamo ad esempio le scogliere frangiflutti, le difese radenti, i pennelli, i ripascimenti (prelievi di sabbia da fondali profondi e sua ridistribuzione sui litorali in erosione), i dragaggi nelle aree portuali,etc. Alcune Regioni come Sicilia, Sardegna e Calabria, hanno inserito le tematiche nel Piano Operativo Regionale (P.O.R.). mentre altre, come Lazio, Abruzzo, Liguria, Marche, Toscana, Emilia Romagna, hanno disciplinato la materia mediante leggi, norme tecniche e piani territoriali. Le coste della Sicilia risultano, purtroppo, fortemente antropizzate e sono pochi i tratti ancora incontaminati. Fra questi rientra senza dubbio la costa della provincia agrigentina, in particolare la costa siculianese, di indiscutibile bellezza paesaggistica e di elevato valore naturalistico, che comprende la Riserva Naturale “Torre Salsa”, che prende il nome dall’omonima Torre, opera dell’architetto militare Camillo Camilliani intorno al 1582, di circa 740 Ha. La Riserva rientra tra i Siti di Interesse Comunitario(S.I.C.) ed ha una lunga e travagliata storia; svariate le vicende che si sono susseguite nel tempo prima dell’istituzione ufficiale avvenuta il 19 giugno 2000, attualmente è gestita dal WWF Italia, che organizza su richiesta visite guidate e campi estivi. Per la sua ubicazione può assumere le caratteristiche di cerniera fra le province di Trapani ed Agrigento, l’ambito di gravitazione della riserva comprende Cattolica Eraclea, Montallegro, Ribera, Realmonte, Siculiana, comuni che sono disposti a corona sull’arco del litorale che va da Capo Bianco a Giallonardo. Purtroppo tale tratto di costa, risulta oggi esposto a numerose minacce, che possono compromettere seriamente l'integrità del patrimonio naturale e paesaggistico. Per queste ragioni riteniamo utile far conoscere uno studio effettuato alcuni anni fa che mette in risalto le caratteristiche dei luoghi.
2009
Cilona, T. (2009). Il litorale di Siculiana Marina e la riserva di Torre Salsa: tutela e valorizzazione. In G. ABBATE, A. GIAMPINO, M. ORLANDO, V. TODARO (a cura di), Territori Costieri (pp. 92-100). MILANO : Franco Angeli.
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