Il capitolo esplora un nuovo cosmopolitismo, un vero e proprio habitat neocosmopolita che rimodelli le città attraverso connessioni digitali e sicurezza locale, l’apertura al mondo e l’autodeterminazione delle comunità locali, spazi ibridi e nuovi abitanti. Servono “città neocosmopolite” che tornino ad attraversare le diverse scale dei mondi, la grande scala delle relazioni globali e la piccola scala dei diversi gradi di prossimità a cui le città devono aprirsi: plasmando i loro spazi sia per aprirsi alla correlazione, sia per garantire il “cosmopolitismo dal basso” che si oppone ai conflitti – e confini – di classe, di vicinato e di lingua. L’habitat neocosmopolita è composto da spazi eterotopici perché rompono e aggrovigliano i luoghi comuni, basati sulla costruzione di connessioni globali e solidarietà locale tra umani e non umani: è una “città inter-specie”, frutto di relazioni, incontri e coabitazioni. L’abitare neocosmopolita, basato sulla costruzione di affinità globali e solidarietà locale, pretende un atteggiamento proattivo verso il futuro, che lo progetti invece di attenderlo, che lo indirizzi invece che inseguirlo. Dobbiamo, quindi, adottare un nuovo paradigma di sviluppo pi dinamico, plurale e aperto, ma serve un vero e proprio salto evolutivo.
Carta Maurizio (2021). Pianificare l’habitat neocosmopolita. In M. Carta, A. Contato, B. Lino, D. Ronsivalle (a cura di), La città neocosmopolita. Palermo tra luogo e mondo, comunità e flussi (pp. 11-30). Milano : Angeli.
Pianificare l’habitat neocosmopolita
Carta Maurizio
2021-01-01
Abstract
Il capitolo esplora un nuovo cosmopolitismo, un vero e proprio habitat neocosmopolita che rimodelli le città attraverso connessioni digitali e sicurezza locale, l’apertura al mondo e l’autodeterminazione delle comunità locali, spazi ibridi e nuovi abitanti. Servono “città neocosmopolite” che tornino ad attraversare le diverse scale dei mondi, la grande scala delle relazioni globali e la piccola scala dei diversi gradi di prossimità a cui le città devono aprirsi: plasmando i loro spazi sia per aprirsi alla correlazione, sia per garantire il “cosmopolitismo dal basso” che si oppone ai conflitti – e confini – di classe, di vicinato e di lingua. L’habitat neocosmopolita è composto da spazi eterotopici perché rompono e aggrovigliano i luoghi comuni, basati sulla costruzione di connessioni globali e solidarietà locale tra umani e non umani: è una “città inter-specie”, frutto di relazioni, incontri e coabitazioni. L’abitare neocosmopolita, basato sulla costruzione di affinità globali e solidarietà locale, pretende un atteggiamento proattivo verso il futuro, che lo progetti invece di attenderlo, che lo indirizzi invece che inseguirlo. Dobbiamo, quindi, adottare un nuovo paradigma di sviluppo pi dinamico, plurale e aperto, ma serve un vero e proprio salto evolutivo.File | Dimensione | Formato | |
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