Partendo dall’analisi delle caratteristiche comuni al regionalismo c.d. “asimmetrico” italiano e spagnolo, il saggio si propone di utilizzare il paradigma offerto, rispettivamente, dal modello siciliano e catalano, per studiarne l’incidenza sulla regolamentazione e gestione dei beni culturali d’interesse religioso, sia unilaterale sia concertata con le autorità ecclesiastiche. L’obiettivo primario è di fare emergere, attraverso il confronto dei rispettivi regimi, gli elementi di specialità che sono riscontrabili nell’organizzazione del settore e nella relativa disciplina, a causa dell’autonomia differenziata che contraddistingue i due enti regionali; con una particolare attenzione a quelli introdotti per salvaguardare il valore identitario di tali beni, come espressione d’una specifica collettività di cives-fideles, i.e. in nome d’un interesse (altrettanto) “speciale”. Contemporaneamente, lo studio offre alcune plausibili spiegazioni riguardo agli interessi e alle motivazioni che stanno a monte delle scelte operate dai rispettivi governi regionali nella stipula di appositi protocolli di cooperazione bilaterale con le autorità ecclesiastiche.
Di Prima, F. (2010). La tutela del Patrimonio Storico e Artistico d’interesse religioso nelle autonomie speciali. Due esempi a confronto: Sicilia e Catalogna. In del Carmen Caparrós M, del Mar Martín M, Salido M (a cura di), XXX AÑOS DE LOS ACUERDOS ENTRE ESPAÑA Y LA SANTA SEDE.Actas del IV simposio internacional de derecho concordatario (pp. 357-379). Comares.
La tutela del Patrimonio Storico e Artistico d’interesse religioso nelle autonomie speciali. Due esempi a confronto: Sicilia e Catalogna
DI PRIMA, Fabiano
2010-01-01
Abstract
Partendo dall’analisi delle caratteristiche comuni al regionalismo c.d. “asimmetrico” italiano e spagnolo, il saggio si propone di utilizzare il paradigma offerto, rispettivamente, dal modello siciliano e catalano, per studiarne l’incidenza sulla regolamentazione e gestione dei beni culturali d’interesse religioso, sia unilaterale sia concertata con le autorità ecclesiastiche. L’obiettivo primario è di fare emergere, attraverso il confronto dei rispettivi regimi, gli elementi di specialità che sono riscontrabili nell’organizzazione del settore e nella relativa disciplina, a causa dell’autonomia differenziata che contraddistingue i due enti regionali; con una particolare attenzione a quelli introdotti per salvaguardare il valore identitario di tali beni, come espressione d’una specifica collettività di cives-fideles, i.e. in nome d’un interesse (altrettanto) “speciale”. Contemporaneamente, lo studio offre alcune plausibili spiegazioni riguardo agli interessi e alle motivazioni che stanno a monte delle scelte operate dai rispettivi governi regionali nella stipula di appositi protocolli di cooperazione bilaterale con le autorità ecclesiastiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.