Il «pacchetto sicurezza» del 2009 ha introdotto una causa di esclusione dalla partecipazione a gare di appalto a carico degli imprenditori che non abbiano denunciato i reati di estorsione e di concussione aggravata commessi a loro danno da terzi. Si tratta di una sanzione di natura amministrativa che tuttavia presenta elementi qualificanti afflittivi di tipo penalistico, tali da giustificarne un inquadramento teorico nella prospettiva della funzione special-preventiva e general-preventiva propria della sanzione penale. Osservata dal punto di vista del fondamento e degli scopi della pena, la misura in commento mostra profili di criticità vuoi a causa del suo ambito di intervento frammentario - circoscritto agli imprenditori che partecipano alle gare per commesse pubbliche e non esteso a tutti gli operatori economici che subiscono il giogo dell’estorsione mafiosa -, vuoi a causa della sovraesposizione sanzionatoria che essa crea a carico degli imprenditori onesti ed a vantaggio degli imprenditori che non denunciano per ragioni di collusione con l’organizzazione criminale. Alla luce della presumibile scarsa efficacia della sanzione in termini di prevenzione generale positiva o allargata, il contributo prospetta l’idea che per conseguire gli obiettivi prefissati sia preferibile ribaltare l’approccio legislativo al problema e sostituire alla logica «punitiva» tipica dell’illecito una logica «premiale». Questa in particolare è volta a prospettare misure premiali di vario tipo (incentivi economici, riduzione dei tempi della burocrazia etc.) a vantaggio degli imprenditori che si siano ribellati al peso dell’intimidazione, denunciando i loro estorsori

Siracusa, L., Militello, V. (2010). L'obbligo di denuncia a carico dell'imprenditore estorto fra vecchi e nuovi paradigmi sanzionatori. In A. La Spina, G. Di Gennaro (a cura di), I costi dell'illegalità. Camorra ed estorsioni in Campania (pp. 483-522). Bologna : il Mulino.

L'obbligo di denuncia a carico dell'imprenditore estorto fra vecchi e nuovi paradigmi sanzionatori

SIRACUSA, Licia;MILITELLO, Vincenzo
2010-01-01

Abstract

Il «pacchetto sicurezza» del 2009 ha introdotto una causa di esclusione dalla partecipazione a gare di appalto a carico degli imprenditori che non abbiano denunciato i reati di estorsione e di concussione aggravata commessi a loro danno da terzi. Si tratta di una sanzione di natura amministrativa che tuttavia presenta elementi qualificanti afflittivi di tipo penalistico, tali da giustificarne un inquadramento teorico nella prospettiva della funzione special-preventiva e general-preventiva propria della sanzione penale. Osservata dal punto di vista del fondamento e degli scopi della pena, la misura in commento mostra profili di criticità vuoi a causa del suo ambito di intervento frammentario - circoscritto agli imprenditori che partecipano alle gare per commesse pubbliche e non esteso a tutti gli operatori economici che subiscono il giogo dell’estorsione mafiosa -, vuoi a causa della sovraesposizione sanzionatoria che essa crea a carico degli imprenditori onesti ed a vantaggio degli imprenditori che non denunciano per ragioni di collusione con l’organizzazione criminale. Alla luce della presumibile scarsa efficacia della sanzione in termini di prevenzione generale positiva o allargata, il contributo prospetta l’idea che per conseguire gli obiettivi prefissati sia preferibile ribaltare l’approccio legislativo al problema e sostituire alla logica «punitiva» tipica dell’illecito una logica «premiale». Questa in particolare è volta a prospettare misure premiali di vario tipo (incentivi economici, riduzione dei tempi della burocrazia etc.) a vantaggio degli imprenditori che si siano ribellati al peso dell’intimidazione, denunciando i loro estorsori
2010
Siracusa, L., Militello, V. (2010). L'obbligo di denuncia a carico dell'imprenditore estorto fra vecchi e nuovi paradigmi sanzionatori. In A. La Spina, G. Di Gennaro (a cura di), I costi dell'illegalità. Camorra ed estorsioni in Campania (pp. 483-522). Bologna : il Mulino.
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