La produzione di specie officinali richiede oggi la rispondenza a requisiti di qualità sempre più precisi, considerati l’unica concreta possibilità di fronteggiare la competizione con le merci reperibili a bassissimo prezzo dai paesi extraeuropei. Per garantire questi requisiti qualitativi, l’adozione delle tecniche di produzione biologica viene sempre più considerata una necessità imprescindibile. Rispetto alla coltivazione con metodi convenzionali, la coltivazione delle officinali in biologico richiede tuttavia un livello più approfondito di conoscenze tecniche ed una maggiore cura nella tempistica e nella tecnica di esecuzione delle operazioni colturali. Per gli operatori in biologico, la gestione delle infestanti costituisce probabilmente uno dei problemi più rilevanti: il mercato erboristico richiede esplicitamente che il prodotto sia del tutto esente da materiale estraneo, ma ottenere questo risultato senza il ricorso a presidi chimici non è cosa semplice. In taluni casi la separazione delle erbe da tutte le componenti indesiderate viene effettuata manualmente dopo la raccolta, generando un cospicuo aggravio dei costi. Tecniche alternative di controllo delle infestanti (pacciamatura, scerbatura meccanica, metodologie di semina o trapianto che conferiscano alle colture una più elevata competitività) vengono sperimentate in molti comprensori, con risultati variabili secondo le condizioni ambientali, il grado di infestazione delle colture ed il livello atteso di pulizia del prodotto. Particolarmente interessante, per la sua semplicità e versatilità di applicazione, è la tecnica del pirodiserbo, applicata utilizzando apparecchiature in grado di operare la “lessatura” dei tessuti delle infestanti e, per conseguenza, il loro disseccamento. Il presente lavoro riferisce alcuni risultati ottenuti da una prova biennale (2003-04 e 2004-05) di valutazione dell’effetto del pirodiserbo sulle caratteristiche morfobiologiche e produttive di tre specie officinali: Coriandolo (Coriandrum sativum L.), Finocchio da seme (Foeniculum vulgare Mill.) e Psillio (Plantago psyllium L.). La tecnica ha mostrato un livello di efficacia nei confronti delle infestanti variabile secondo l'annata e, soprattutto, la competitività della coltura; in considerazione del ridotto impiego di manodopera che richiede, è da ritenersi senza dubbio promettente.

Carrubba, A., La Torre, R. (2009). La coltivazione delle specie officinali in ambiente mediterraneo: il pirodiserbo come tecnica ecocompatibile di gestione delle infestanti. ITALIAN JOURNAL OF AGRONOMY, 4(suppl. 4), 841-846.

La coltivazione delle specie officinali in ambiente mediterraneo: il pirodiserbo come tecnica ecocompatibile di gestione delle infestanti

CARRUBBA, Alessandra;LA TORRE, Reffaele
2009-01-01

Abstract

La produzione di specie officinali richiede oggi la rispondenza a requisiti di qualità sempre più precisi, considerati l’unica concreta possibilità di fronteggiare la competizione con le merci reperibili a bassissimo prezzo dai paesi extraeuropei. Per garantire questi requisiti qualitativi, l’adozione delle tecniche di produzione biologica viene sempre più considerata una necessità imprescindibile. Rispetto alla coltivazione con metodi convenzionali, la coltivazione delle officinali in biologico richiede tuttavia un livello più approfondito di conoscenze tecniche ed una maggiore cura nella tempistica e nella tecnica di esecuzione delle operazioni colturali. Per gli operatori in biologico, la gestione delle infestanti costituisce probabilmente uno dei problemi più rilevanti: il mercato erboristico richiede esplicitamente che il prodotto sia del tutto esente da materiale estraneo, ma ottenere questo risultato senza il ricorso a presidi chimici non è cosa semplice. In taluni casi la separazione delle erbe da tutte le componenti indesiderate viene effettuata manualmente dopo la raccolta, generando un cospicuo aggravio dei costi. Tecniche alternative di controllo delle infestanti (pacciamatura, scerbatura meccanica, metodologie di semina o trapianto che conferiscano alle colture una più elevata competitività) vengono sperimentate in molti comprensori, con risultati variabili secondo le condizioni ambientali, il grado di infestazione delle colture ed il livello atteso di pulizia del prodotto. Particolarmente interessante, per la sua semplicità e versatilità di applicazione, è la tecnica del pirodiserbo, applicata utilizzando apparecchiature in grado di operare la “lessatura” dei tessuti delle infestanti e, per conseguenza, il loro disseccamento. Il presente lavoro riferisce alcuni risultati ottenuti da una prova biennale (2003-04 e 2004-05) di valutazione dell’effetto del pirodiserbo sulle caratteristiche morfobiologiche e produttive di tre specie officinali: Coriandolo (Coriandrum sativum L.), Finocchio da seme (Foeniculum vulgare Mill.) e Psillio (Plantago psyllium L.). La tecnica ha mostrato un livello di efficacia nei confronti delle infestanti variabile secondo l'annata e, soprattutto, la competitività della coltura; in considerazione del ridotto impiego di manodopera che richiede, è da ritenersi senza dubbio promettente.
2009
Settore AGR/02 - Agronomia E Coltivazioni Erbacee
Carrubba, A., La Torre, R. (2009). La coltivazione delle specie officinali in ambiente mediterraneo: il pirodiserbo come tecnica ecocompatibile di gestione delle infestanti. ITALIAN JOURNAL OF AGRONOMY, 4(suppl. 4), 841-846.
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